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Il sostituto procuratore nazionale antimafia interviene al festival di WikiMafia a Milano

Normalmente le esternazioni del senatore Maurizio Gasparri mi hanno sempre lasciato e tutt’ora mi lasciano indifferente. Si tratta di un esponente politico che da almeno 30 anni, in maniera violenta e scomposta, ha attaccato me e tutti i magistrati che si sono permessi, nel tempo, di indagare o processare i suoi amici o i suoi colleghi dei partiti in cui ha militato".

Non usa giri di parole il sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo per rispondere al capogruppo di Forza Italia al Senato che nelle scorse settimane ha chiesto un sindacato ispettivo al Guardasigilli Carlo Nordio contro il magistrato palermitano.

Al centro dell’attacco di Gasparri c’è l'ultimo libro scritto da Di Matteo assieme al giornalista Saverio Lodato - "Il colpo di spugna" (ed. Fuoriscena) - in cui gli autori commentano e criticano la sentenza della Cassazione relativa al processo sulla Trattativa Stato-mafia.

Il magistrato palermitano ha poi aggiunto: “La cosa di cui sono più soddisfatto dello scritto è il titolo, è stato davvero un 'colpo di spugna'. Si dovevano cancellare quelle verità che erano state acquisite in primo e in secondo grado e che erano troppo scabrose”, non “poteva restare consacrato in una sentenza definitiva il fatto che parte dello Stato avesse preso accordi con parte della mafia. E questo mentre nel 1992 e il gennaio del 1994 in Italia erano state commesse 7 stragi. Ecco perché, con Saverio Lodato, abbiamo ritenuto di esporre queste critiche”. Critiche inaccettabili per il senatore di FI, secondo cui gli ermellini sono intoccabili.


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Da qui la richiesta al Guardasigilli di “verificare l’eventuale sussistenza di responsabilità disciplinari e a tutela della magistratura, della Corte di cassazione e dei suoi componenti” ma anche “l’eventuale sussistenza di reati derivanti dalle esternazioni contenute nel citato libro”.

Quella del senatore Gasparri, ha detto Di Matteo “non è stata una semplice esternazione alla stampa, bensì un atto politico - ha aggiunto il magistrato intervenendo alla seconda edizione del Festival Internazionale dell’Antimafia promosso da WikiMafia -. Si è trattato della presentazione di una interrogazione parlamentare con la quale si sollecita il ministro della Giustizia Carlo Nordio ad una iniziativa disciplinare nei miei confronti. Quindi nei confronti di un magistrato che ha osato commentare in senso critico in un libro una sentenza della Cassazione, quindi definitiva”. “Siccome quello del senatore Gasparri è stato un atto politico, credo che meriti una risposta politica nell’interesse dei cittadini”, ha aggiunto Di Matteo rispondendo alle domande di Pierpaolo Farina, sociologo, creatore di WikiMafia e direttore artistico del Festival.


colpa di spugna libro

L’atto di sindacato ispettivo “proviene dal capogruppo al Senato di un partito del suo stesso governo - ha precisato il magistrato agli spettatori -. Io credo che sia una questione di interesse generale, perché riguarda la possibilità che un magistrato si esprima in senso critico nei confronti di una sentenza definitiva, quindi non più a processo in corso. E credo che i cittadini avrebbero tutto il diritto di sapere, rispetto ad una sollecitazione e ad una richiesta che proviene da un esponente politico di un partito di governo, qual è l'intendimento del Ministro. Troppo comodo il silenzio. Credo che di fronte a certe questioni ciascuno debba assumersi le proprie responsabilità e comunicare quella che può essere e sarà la sua decisione di fare o non fare qualcosa”.

Di Matteo ha precisato che tutte le sentenze devono essere rispettate, “ma possono essere criticate”, anche quelle della Suprema Corte. “I giudici della Cassazione non possiedono il crisma dell’infallibilità - ha aggiunto -. A maggior ragione credo che questa sentenza meriti delle critiche”.

Foto © Imagoeconomica

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