“In Italia ci teniamo i torturatori accusati dalle autorità argentine di aver partecipato al regime di Videla, ai desaparecidos e alle vicende che riguardano la ‘Plaza de Mayo’ ma quando invece c’è qualcuno che incappa in questioni di ordine pubblico, avendo i calzini rossi o avendo dei precedenti di appartenenza a partiti di sinistra, è bene che questi se ne stiano con le catene nei paesi stranieri”. A dirlo è il giornalista e scrittore Saverio Lodato, intervenendo su “Otto e mezzo” (La 7) sulle allarmanti condizioni detentive di Ilaria Salis, l’insegnante italiana arrestata in Ungheria con l’accusa di aver partecipato a un’aggressione contro neonazisti. Lodato ha denunciato la condotta ipocrita del governo Meloni facendo un parallelismo tra il caso dell’attivista di sinistra e quello del sacerdote italo-argentino don Franco Reverberi, accusato da Buenos Aires di aver partecipato alle torture di desaparecidos durante la dittatura Videla. Accuse per le quali le autorità argentine hanno chiesto a Roma l’estradizione del sacerdote che da oltre dieci anni vive in provincia di Parma dove ha svolto funzioni religiose fino a poco tempo fa. Nella vicenda Reverberi il governo Meloni, nella persona del ministro della Giustizia Carlo Nordio, è stato garantista negando l’estradizione per motivi di salute, nonostante la delibera della Cassazione, nella vicenda Salis, invece, il governo ha dimostrato un atteggiamento giustizialista e reticente, disinteressandosi del caso per mesi e mesi. Un disinteresse che ha mantenuto fino a quando la donna, inquadrata dalle telecamere, nei giorni scorsi è stata tradotta in tribunale con le catene a mani e piedi. “Le immagini di Ilaria Salis sono scioccanti e non si possono più nascondere, mi chiedo, se questa è la scena che si è verificata, cosa accade nel retroscena delle carceri di Viktor Orbán”, ha detto Saverio Lodato.
“Mi chiederei anche quali sono, e lo chiedo al governo italiano, le condizioni carcerarie di questa ragazza. Tenuto conto che il padre ha detto che è stata sottoposta a tortura per confessare alcuni dei reati che le vengono contestati”.
Ma oltre alle “scioccanti immagini”, ha commentato Lodato, “sconcertanti sono le dichiarazioni di alcuni uomini politici italiani”. Il giornalista, intervistato dalla conduttrice Lilli Gruber, ha quindi citato le uscite del presidente del Senato La Russa e dei ministri Salvini e Nordio.
“La Russa ha dichiarato che è rimasto colpito dalle immagini ma gli risulta che anche in Italia le condizioni di detenuti uomini prevedono il guinzaglio. A memoria mia - ha affermato lo scrittore - non ho visto portare con il guinzaglio né Totò Riina, che aveva commesso centinaia di delitti, stragi e sciolto nell’acido persone, né Marcello Dell’Utri, senatore di Forza Italia condannato in via definitiva dalla Cassazione per reato di concorso esterno in mafia né Matteo Messina Denaro. Il quale, quando venne arrestato, sembrava partecipare a una sfilata di moda maschile camminando con le mani assolutamente libere. Quindi, come direbbero i veneti, ‘prima di parlar tase’. Perché questo è il quadro che noi abbiamo davanti”, ha osservato Lodato.
Quindi è il caso delle uscite di Matteo Salvini. Il ministro “vuole che questa ragazza, se ritenuta colpevole, non debba più esercitare la professione di insegnante. Non solo. Dice che deve rimanere a scontare la pena in Ungheria. Io domanderei a Salvini cosa ne facciamo allora delle centinaia di parafascisti - perché tali sono - che hanno assaltato la sede della CGIL? Togliamo a tutti lo stipendio nelle attività in cui lavorano oggi? Perché probabilmente l’attacco alla sede della CGIL è qualcosa di più forte dell’essere stati assolti, con formula piena, per aver capovolto un gazebo” (il riferimento è all’episodio in cui la Salis venne accusata dalla Lega di aver assalito un gazebo. La donna fu poi assolta, ndr).
“E arriviamo a Nordio. Ha dato parere negativo all’estradizione di Don Franco Reverberi, appartenente alla diocesi di Parma. La Cassazione aveva dato approvazione alla richiesta del governo argentino. In Argentina adesso c’è un premier che quanto a fascismo non ha nulla da imparare da noi italiani. Nordio ha motivato il respingimento dell’estradizione per motivi umanitari e di salute”. “Quindi - ha concluso Lodato ironizzando - la giustizia italiana è davvero un po' elastica”.
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La rubrica di Saverio Lodato
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