Il Governo è quello che è. La classe politica è quella che è. Mezzo milione di donne scendono in piazza contro una nuova forma di barbarie moderna, nel ricordo di Giulia, il cui ricordo ne ricorda altre cento - più di cento, a essere pignoli - assassinate, come lei, dall’inizio dell'anno, e la Politica italiana dice: “Non mi piace il presepe”.
E, fatta eccezione per la segretaria Pd, Elly Schlein, con al seguito una piccola delegazione di sinistra, al Circo Massimo non si vede anima viva dei rappresentanti del Potere.
Non siamo venuti - diranno poi - perché nei cortei di tutt’Italia si vedeva qualche “bandiera palestinese”.
Per carità. Non intendiamo aprire qui la querelle su torti e ragioni nella questione mediorientale, ben alimentata nei programmi televisivi dai soliti cervelloni che se ne intendono oggi come, nelle trasmissioni televisive di qualche mese fa, se ne intendevano del conflitto Russia Ucraina.
Abbiamo accennato alle vistose assenze nella manifestazione di Roma, solo per dire come la politica italiana sia davvero poca cosa.
Cosuccia telecomandata, eterodiretta, sorvegliata speciale di interessi giganteschi. Persino incapace, ma qui ci fermeremo, di chiedere da alta voce che i 5 giorni di tregua fra Hamas e l'esercito israeliano si protraggano il più possibile.
Sono altre le autentiche preoccupazioni del governo.
La giustizia, per esempio.
Eterno mal di pancia per i potenti. Eterno chiodo fisso. Eterno incubo che toglie il sonno.
Prova ne sia che il ministro della difesa Guido Crosetto, se ne esce a freddo con un’intervista al Corriere della Sera, nella quale, fra tante altre cose, si dice preoccupato per quanto accadrà da qui alle elezioni europee del 2024.
Crosetto appare turbato perché prevede una “stagione di attacchi” contro il governo Meloni. E perché mai?
Ecco le sue parole: “A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare per fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”.
Non ha dubbi: “Siccome ne abbiamo viste fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo paese, mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee”.
Una volta si sarebbe detto: "E che aspetta Crosetto a sporgere denuncia al commissariato più vicino?". Ma anche il senso comune cambia.
E fateci caso. Da qualche settimana di giustizia non si parlava più.
Certo. E' lunga la sfilza di ministri, sottosegretari, esponenti di questo governo chiamati a dar conto di comportamenti poco adamantini.
E la Meloni, e Crosetto insieme a lei, forse si rendono conto che non possono tirare la corda all’infinito facendo sempre finta di non vedere come la morale pubblica, o l’etica politica se preferite, si stia riducendo in Italia a morale da bordello.
Quella morale da bordello che non sembra preoccupare più di tanto il ministro Crosetto.
Meglio mettere le mani avanti. Partire al contrattacco. Agitare il solito spettro facile facile del complotto.
E bene ha fatto Giuseppe Santalucia, presidente della Associazione Nazionale Magistrati a definire “fuorviante la rappresentazione di una magistratura che rema contro e che possa farsi opposizione politica”.
Ma a ben vedere l’intemerata di Crosetto è buona notizia.
Le elezioni europee che appaiono così vicine sono invece ancora assai lontane. E magari, da qui ad allora, potrebbe montare un autentico “complottone”: quello di un elettorato che lentamente inizia a spalancare gli occhi.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La rubrica di Saverio Lodato
Foto di copertina © Imagoeconomica
Le parole del ministro Crosetto, e la morale da bordello
- Dettagli
- Saverio Lodato