A Iolanda Apostolico, la giudice catanese che ha messo all'angolo in un colpo solo una Meloni “basita” e un Salvini delatore, andrebbero dedicate aule di giustizia in omaggio al principio dell'indipendenza della magistratura dal potere politico.
Certo che ci vuole coraggio.
Certo che se è vero, come diceva il Manzoni, che se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare, è altrettanto vero che, nel paese in cui ognuno tiene famiglia, il comportamento dell'Apostolico risulta meritevole di entrare a pieno titolo nell’albo d’oro di una magistratura che - per fortuna di noi cittadini - non può essere solo ridotta all'albo nero delle recenti vicende che l’hanno devastata.
E il bello è che, pur essendo passata dal trattamento Salvini, con video di cinque anni prima riesumati da solerti questurini, o solerti carabinieri, o magari milizie private - almeno per ora non si sa - non solo la giudice catanese non ha “lasciato” ma “raddoppia” in queste ore con altra ordinanza che rimette in libertà altri quattro poveri disgraziati tunisini.
E il bello è che sta facendo scuola, visto che altri suoi colleghi hanno seguito la medesima condotta con provvedimenti di analogo tenore.
Ci riferiamo al collegio del Tribunale di Firenze presieduto da Luca Minniti, e al giudice di Catania Rosario Cupri.
In realtà, a quel che si capisce, il tanto decantato “decreto Cutro” è un'autentica schifezza giuridica, ancor prima che umanitaria.
Il Governo se ne dovrà fare una ragione.
Meloni, Salvini, Nordio prima o poi capiranno che lo spionaggio sulle vite degli altri è un pessimo segnale per l’intero Paese.
In Italia l'OVRA, la polizia segreta del fascismo, non fece una bella fine.
Sono solo le buone leggi che possono fare una bella fine. Ma bisogna saperle scrivere.
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La rubrica di Saverio Lodato

Intitolate a Iolanda Apostolico aule di giustizia. Il tempo dell'OVRA è finito
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- Saverio Lodato