Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Per decenni in Sicilia la mafia è andata a braccetto con la Chiesa e quest’ultima ha fatto finta di non accorgersene. Ha fatto finta di non capire”. A parlare è il giornalista Saverio Lodato intervistato da History Channel (411 di Sky) nel corso di uno speciale dedicato alla storia contemporanea con cui, il celebre canale televisivo, ha voluto celebrare la giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un documentario, disponibile in streaming su NowTv, che racconta il rapporto controverso e insidioso tra la Chiesa cattolica e la mafia. Scritto e diretto dalla regista francese Anne Veron, lo speciale racconta come in modo particolare nel Sud Italia, le mafie hanno avuto il controllo del territorio anche grazie al beneplacito della Chiesa cattolica la quale tardivamente - negli anni '90 -, ha finalmente riconosciuto l’esistenza della criminalità organizzata condannandola. “Se la Chiesa cattolica avesse preso posizione, tenuto conto del ruolo importante che ha avuto nella formazione culturale degli italiani, certamente le cose sarebbero andate in modo diverso - ha detto l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato -. Come tanti italiani sono cresciuto in un certo ambiente culturale, il cattolicesimo, che non ha mai avuto un rapporto problematico con la religione perché in Italia la scelta religiosa più che una scelta è un destino culturale. Molti dei mafiosi che ho incontrato nel corso della mia attività di magistrato erano cattolici praticanti. E per capire come questo fosse possibile, viste le loro condotte criminali, capitava spesso che chiedessi come riuscissero a non avere un rapporto problematico con Dio e con la religione”. Ne è un esempio il collaboratore di giustizia Francesco Paolo Anselmo, il quale, come ha ricordato la sociologa Alessandra Dino, “si sentiva religioso e dopo ogni omicidio che faceva andava in Chiesa e chiedeva alla Madonna di dargli il perdono e allo stesso tempo la forza di continuare”. All’interno del documentario è stata raccolta anche la testimonianza del collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo, ex braccio destro di Totò Riina, il quale ha raccontato come “uccidere un uomo per noi non era un peccato, era una cosa normale. Anzi, era una cosa che ci faceva sentire valorosi. La fede era tutta un’altra cosa”.


lodato saverio history channel

Il giornalista e scrittore, Saverio Lodato


I rapporti di complicità tra mafia e Chiesa sono storici e per cercare di comprenderne l’origine si deve tornare alla fine della seconda guerra mondiale “quando l’anticristo per la Chiesa era il comunismo”, ha detto Lodato. Comunismo che, come ha detto Scarpinato, “sino al 1989 nel mondo bipolare successivo alla seconda guerra mondiale era considerato il pericolo più grande. La mafia, essendo sempre stata anticomunista da sempre dalla parte dei latifondisti e del potere, veniva per questo considerata come uno strumento di salvaguardia dall’avvento del comunismo. I mafiosi, infatti, hanno ucciso numerosi contadini, sindacalisti ed esponenti della sinistra”. Attilio Ruffini, nominato cardinale di Palermo nel 1946 (veste che ricoprì fino al 1987), in 21 anni “andrà a braccetto con la mafia. Nel 1963, a Palermo, si verificò la prima strage mafiosa con l’uso dell’autobomba. Vennero assassinati 7 tra uomini dei Carabinieri e dell’Esercito Italiano. Il papa di allora, Paolo VI, scrisse al cardinale Ruffini chiedendo cosa stesse accadendo a Palermo il quale rispose che non stava succedendo nulla e che la mafia non esisteva, ma era piuttosto una invenzione dei giornali e dei partiti di sinistra”, ha detto Lodato. Si dovettero aspettare gli anni ’80 per vedere le prime risposte della Chiesa contro la mafia.


il patto sprco mockup

A Palermo erano morti il procuratore Gaetano Costa, il giudice Cesare Terranova, il presidente della regione siciliana Piersanti Mattarella e tanti altri. Ma solo dopo il 3 settembre 1982, quando in via Isidoro Carini vennero assassinati il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo, la Chiesa si oppose alla mafia. Il giorno dei funerali, alla Cattedrale di Palermo, il Cardinale Pappalardo pronunciò una dura omelia passata alla storia come “l’omelia di Sagunto” con cui denunciò la Politica di abbandonare il capoluogo siciliano ad un tragico destino dalla quale doveva difendersi.
La Chiesa ebbe sempre una posizione di imbarazzo difronte al fenomeno mafioso perché i mafiosi facevano parte delle confraternite religiose nei quartieri popolari di Palermo, finanziavano abbondantemente la Chiesa e le parrocchie, andavano alla messa la domenica, erano i più rispettosi di tutti i sacramenti e questo per la Chiesa era sufficiente”, ha continuato Lodato.


battaglia letizia history channel

La fotografa Letizia Battaglia


Arrivarono poi le stragi del 1992. “Il popolo si è ribellato mentre la Chiesa è rimasta in silenzio”, ha detto la compianta Letizia Battaglia. Dimostrando, così, un profondo ritardo delle gerarchie ecclesiastiche rispetto alla società civile. Le alte gerarchie della Santa sede attesero ancora prima di pronunciare parole ferme contro la mafia. Si dovette aspettare sino al 1993. Un anno dopo gli attentati mafiosi che misero in ginocchio il Paese, “Papa Wojtyla comunicò ufficialmente (con un fuori programma, ndr) che la Chiesa non voleva avere più nulla a che fare con loro. La Chiesa nel prendere atto del fenomeno mafioso si è regolata con tempi biblici e una lentezza esasperante”, come ha ricordato Lodato. “Non uccidere! La mafia non può cambiare e calpestare il diritto santissimo di Dio. Lo dico ai responsabili: convertitevi. Una volta verrà il giudizio di Dio”, ha aggiunto Lodato.
Dopo quelle parole, nel luglio 1993, si verificarono attacchi armati da parte della mafia contro la Chiesa: gli attentati in continente alle basiliche romane di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro, simboli della cristianità. Una ribellione armata contro la Chiesa perpetrata poi con l’omicidio di Don Pino Puglisi a Brancaccio il 15 settembre dello stesso anno. Accordi e disaccordi, dunque, che da oltre 150 anni hanno attraversato il Paese facendo il bello e il cattivo tempo della politica italiana. L’ultima ferma presa di posizione fu quella di Papa Francesco quando nel giugno del 2014, nella Piana di Sibari, scomunicò i mafiosi - in particolare la ‘Ndrangheta - definendoli “adoratori del male”: “Coloro che nella loro vita hanno questa strada del male come i mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”.

ARTICOLI CORRELATI

21 Marzo - Su History il documentario ''Mafia e chiesa. Un passato insidioso''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos