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Non si sa da dove cominciare per raccontare questa storia italiana toccata di sfuggita solo da qualche giornale, perché è sempre meglio evitare di parlare di corda in casa dell’impiccato. Più avanti ci spiegheremo meglio.
Ma la storia è talmente grossa, sconcertante, solo apparentemente paradossale, piuttosto squisitamente emblematica di come è ridotto il nostro povero paese, che si diffonde da sola, sempre di questa storia stiamo parlando, lo vogliano o no i trombettieri dei media.
Dal Corriere del Veneto di qualche giorno fa: “Hanno distrutto la vetrata dell’hotel… hanno fatto incetta di tutto quello che non era inchiodato al pavimento, dai televisori ai computer passando per qualche bicicletta… i carabinieri li hanno rintracciati quasi subito… ancora circondati dalla refurtiva. Ma i due ladri se la sono cavata con una denuncia a piede libero, arrestarli non è stato possibile nonostante… la quasi flagranza. E’ l’effetto dell’entrata in vigore della legge Cartabia che prevede che alcuni reati, perseguibili d’ufficio, possano portare alla sospensione della libertà del sospettato solo su querela della parte offesa”.
Il che non è stato possibile, nel caso di cui stiamo discutendo, perché il titolare dell’albergo, dove i fatti sono accaduti, non è stato rintracciato.
Aggiungiamo che altri reati, oltre il furto aggravato, rientrano nella medesima fattispecie: le lesioni personali sino a 40 giorni; il sequestro di persona non a scopo estorsivo; la rapina.
Se la vittima non denuncia, il colpevole la fa franca.
Di Marta Cartabia, ex ministra della giustizia, firmataria di una legge che avrebbero considerato imbarazzante persino nel Far West, dove la stella di latta dello sceriffo rappresentava pur sempre qualcosa, non si sente più parlare.
Si cominciano però a vedere gli effetti del suo “budino”, quello che ha servito in tavola agli italiani, con l’arcinota filastrocca del “ce lo chiede l’Europa”, se no i finanziamenti ce li sogniamo.
Diciamo “budino” perché, secondo gli inglesi per capire se il budino è buono occorre aspettare almeno tre giorni. Il “budino”, rimanendo in metafora, sta risultando acido e indigesto.


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Ma dubitiamo fortemente che la Cartabia si sia ritirata in un eremo o in convento, perché se si fosse davvero vergognata del suo lavoro svolto durante il governo di Mario Draghi, sarebbe stata sua cura farlo sapere in qualche modo agli italiani.
Difficile aspettarsi il rossore da chi ha deliberatamente ignorato, quando era ancora in tempo per non sbagliare, la valanga di critiche di addetti ai lavori, e non solo, per una riforma che qualcuno inizia a definire “la peggiore” riforma della giustizia dal dopoguerra a oggi.
Ma diciamo la verità: Carlo Nordio, che della Cartabia ha preso il posto, scalpita a tutto campo, non facendo mistero di volere peggiorare ulteriormente, ove possibile, il già pietoso stato della giustizia italiana.
L’attuale CSM va a scadenza.
Si affilano le armi per l’elezione anche dei dieci consiglieri “laici”, sette dei quali toccano alla maggioranza e tre alle opposizioni. Matteo Renzi e Carlo Calenda vorrebbero indossare il vestiario degli “oppositori”. Triste sorte, nel qual caso, per i magistrati italiani. Chiaro?
Nel qual caso, il “liberi tutti” andato in scena nell’albergo di Jesolo, diventerebbe la norma.
E chissà che la Cartabia - a volte certe vicende italiane inducono giocoforza alla malignità -, non stia facendo un pensierino per la poltrona di vice presidente del CSM. Il cui presidente, non dimentichiamolo, è il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Che raramente, però, va detto, su questi argomenti sonnecchia.
Affronteremo questi scenari a tempo debito, quando i diretti interessati dalle intenzioni passeranno ai fatti.
Di sicuro c’è, sin da ora, che il secondo partito d’opposizione, il PD, che dice di volersi rifare un’identità, e di conseguenza nuovi connotati, sulla scandalosa “questione giustizia”, preferisce tenere la bocca cucita.
E i quattro candidati alle primarie PD stanno facendo altrettanto.
C’é di più.
Pare sia proprio il PD a volere la Cartabia alla vicepresidenza Csm, per “strappare” così la prestigiosa poltrona alle destre.
Dai “Dialoghi con Leucò”, di Cesare Pavese.
Disse Tiresia a Edipo: "Edipo, perché dici sempre ne abbiam viste di peggio, quando sai benissimo che il peggio deve ancora venire?". Rende l’idea.

Foto originali © Imagoeconomica

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La rubrica di Saverio Lodato 

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