Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Parte quarta

Dicevamo, nella puntata precedente, che in Italia, trent'anni dopo, non solo è rimasto Silvio Berlusconi, ma è rimasto anche il berlusconismo.
Sarebbe infondata l’obiezione che Forza Italia è cimelio di un tempo che non c’è più; che le parlamentari azzurre, qualcuna magari fotomodella di allora, appaiono più attempate e diligentemente studiose dei voluminosi dossier politici; che ormai Berlusconi dorma di notte, finalmente, sonni profondi e ristoratori; che non vengano più sfornate leggi ad personam; che Berlusconi fu persino capace di paralizzare per una intera settimana la nomina del nuovo capo dello Stato con la pretesa di volerlo fare lui. E in quei giorni, diciamolo en passant, a molti colleghi opinionisti politici si ruppero - metaforicamente - le acque, e iniziarono a chiamarlo "Statista". Persino "Giorgia", che oggi si auto definisce "pié veloce", insomma rapida nel prendere e tradurre in realtà le sue decisioni, gli diede tutto il tempo che gli serviva. E fu lunga attesa che stupì il mondo.
Poi, per Silvio, l’affare del Quirinale sfumò. Ma ormai era diventato Statista e tale è rimasto.
No, no. Noi non ci caschiamo.
Quando Berlusconi disse in Senato che prima venne Lui, e poi venne l’odierno governo di centro destra di "Giorgia", aveva perfettamente ragione. L'irriconoscenza umana non ha limiti.
Ma il cavaliere quanti ne ha creati dal nulla di quelli che oggi girano per le trasmissioni televisive?
Quanti ne ha pagati di quelli che oggi indossano altre casacche, e che - immemori, ingrati, irriconoscenti - azzardano che adesso il loro padre-padrone starebbe bene ai giardinetti?


il patto sprco mockup

In quanti lo adulavano, facendo la fila ad Arcore o a Palazzo Grazioli?
A proposito di Arcore: aguzzino l’ingegno, gli opinionisti e gli storici di oggi e di domani. Devono sapere che è lì che è custodito il grande gigantesco archivio dell’Italia berlusconiana e post berlusconiana, dell’Italia sotto contratto e, in qualche caso, sotto ricatto.
Se no non ci spiegheremmo perché, ancora oggi, staremmo a parlare di un intraprendente giovane che, da venditore porta a porta e chansonnier da crociera, si fece poi grande Statista, passando attraverso le forche caudine di mille processi, per quasi tutti i reati contemplati dal codice penale.
Ecco cosa intendiamo dicendo che c’è ancora il berlusconismo.
Prendete, a esempio, la Lega. Elemento che a suo tempo fu di indubbia novità nel panorama politico italiano. Lega che sembrava stridere con la Forza Italia di allora, quando l’Umberto Bossi in canottiera si scrollò di dosso la mano del Berlusca. Erano i tempi di cappio e manette, esibiti a favore di telecamere.
Prendete la Lega, dicevamo.
E prendete il Matteo Salvini che oggi fa il vicepremier di "Giorgia". Cappio e manette, allora truci strumenti da usare contro i politici che rubavano, oggi tornano utili contro migranti e poveri diavoli.
Sapete qual è il vero nocciolo del berlusconismo che s’insegna ancora oggi nelle facoltà di politologia?
L’odio per i magistrati. L’insofferenza per i magistrati. La resa dei conti con i magistrati. Il disprezzo per le leggi che ci stanno strette. Che ci stanno scomode. Che ci impediscono di "fare".
Fate fate, andate in giro con le tasche piene di banconote in contante e vi sarà aperto, è stato questo il primo viatico del nuovo governo di "Giorgia", del quale fra poco parleremo.
E poco importa se l'Europa infastidita abbia mandato tutto a puttane. Verranno tempi migliori. Ma ce ne vuole prima che il melonismo si affermi come filosofia politica autonoma rispetto al berlusconismo.
Che dire, allora?
Giorgia Meloni un Berlusconi in gonnella?
Sarebbe esagerato, ingiusto e poco rispettoso del trionfo femminile da lei incarnato, e che tanto fa sdilinquire le anime belle dell'Europa e della sinistra italiana, della NATO e dei terzi poli dei noantri. Ma gratta gratta la Meloni ti verrà fuori il Berlusconi. Prossimamente saremo più precisi.
Promesso.

(Continua)

Foto © Imagoeconomica

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La rubrica di Saverio Lodato

ARTICOLI CORRELATI

Il bunga bunga che viene da lontano
Parte terza

Magistrati castigo di Dio
Parte seconda

Il monocolore post fascista che viene da lontano
Parte prima

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos