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Ricordate il popolo bue?
Il popolo era bue ai tempi di Mussolini, quando a Piazza Venezia il “Duce” chiese al popolo italiano se preferisse “burro o cannoni”. E lo “sventurato” - e qui ci riferiamo al popolo italiano - rispose: “Cannoni!”. Sono passati cent’anni.
Eh no.
Troppo facile adesso cadere nel giochino di paragonare il catastrofico dilemma mussoliniano al quesito di Mario Draghi, che sarà incombenza dei posteri aggettivare in maniera acconcia, fra il preferire la pace o il ventilatore.
Lucio Caracciolo, in proposito, è stato lapidario dicendosi propenso a ritenere che il popolo italiano oggi, a referendum sul punto, opterebbe a stragrande maggioranza per il ventilatore.
La pensiamo, per quello che vale, alla stessa maniera. Ma un paio di cose vanno aggiunte.
La formulazione delle domande referendarie, da parte di governanti e dominanti, ha da essere espressa in maniera onesta, non furbesca, non col trucco.
Mussolini parlò chiaro. E il popolo “sventurato” rispose. E altrettanto chiaramente.
Draghi, che crede di saperla molto più lunga di Mussolini, contrappone il ventilatore alla “pace”. E trucca il mazzo delle carte.
Perbacco.
E chi non sarebbe d’accordo?
Ma si dà il caso che il referendum - apparentemente “gentile” del nostro premier - andrebbe correttamente formulato così: “Preferite il ventilatore o le spese in armamenti”?
Se non altro perché, appena qualche giorno fa, proprio lo stesso Mario Draghi si è esibito in un'intemerata a favore di spese militari al due per cento. Lasciando al suo destino mediatico il buon Papa Francesco che forse, anche lui, preferirebbe il ventilatore. Il quale ha definito “pazzi” quei leader che non sanno immaginare un mondo diverso.
Giusto per concludere.
A cento anni di distanza, una cosa in comune Draghi, con Mussolini, ce l’ha: è del parere che il popolo italiano bue era e bue è rimasto. Magari si sbaglia.

Foto © Paolo Bassani

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La rubrica di Saverio Lodato 

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