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La verità non conosce misericordia. Non sono parole nostre.
Le scrive il polacco Martin Pollack, nel suo splendido libro “Paesaggi contaminati” (Keller Editore) - agghiacciante mappa di due secoli di orrore europeo -, in cui lui se ne va alla ricerca delle fosse comuni, volutamente non identificate, nascoste, rimosse, scomparse nel nulla da decenni e decenni, perché i carnefici di ogni colore non hanno mai amato la pubblicità. Ma la verità, appunto, non conosce misericordia, e i fantasmi, prima o poi affiorano. Un giorno, un domani, non sappiamo esattamente quando, affioreranno anche i fantasmi di oggi. Non si può insomma fare a meno della memoria, dice Pollack. Per l’onore dei morti, innanzitutto. Ma anche perché i vivi possano avere la coscienza un po' più pulita.
Se così stanno le cose, allora forse è bene che ciascuno in questi giorni faccia la propria parte, non cavandosela con la misericordia.
E tanti, troppi, degli spettacoli televisivi sulla guerra in queste ore, tanti commentatori che straparlano o strascrivono, tanti giornali e tanti autori dei titoli di prima pagina sbandierati orgogliosamente nelle edicole televisive notturne, a rigore di logica non dovrebbero meritare misericordia. A cosa ci riferiamo?
E' presto detto.
Si è scatenata, e sale di tono, la caccia ai “filorussi”, agli “amici di Putin”, ai “nemici della Nato”, ai “nemici dell'Occidente”, sottintendendo che chi ragiona troppo, chi formula domande invece di coniare slogan, chi invoca la fine del conflitto e la trattativa fra le parti, la pace piuttosto che la corsa agli armamenti, in fin dei conti non fa altro che avallare la barbarie dell’invasione dell’Ucraina. Scoppiano incidenti mediatici attorno al nome di questo professore o di questa professoressa, quando qualcuno li invita in prima serata e loro non si presentano in divisa d’ordinanza, con elmetto, giubbotto antiproiettile e fucile di legno.
Ma come dice il vecchio adagio il diavolo sa fare le pentole, ma non i coperchi. Ed ecco irrompere sulla scena Papa Francesco.
Che sta accadendo al Santo Padre? E’ anche lui amico di Putin? E’ filo russo? E’ nemico dell’Occidente? Vuol che gli Ucraini si arrendano? Vuol che gli Ucraini continuino a morire? Non si accorge che i Mongoli sono alle porte d’Europa?
Papa Francesco ha detto: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2% per l’acquisto di armi come risposta a quanto sta accadendo. Pazzi!". E ancora: “Ormai è evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione…”. La prova? E’ “la guerra vergognosa cui stiamo assistendo”.
E ancora: “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare un mondo ormai globalizzato, e di impostare le relazioni internazionali non facendo vedere i denti. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare”.
Non basta: “Il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno scacchiere… Le guerre regionali non sono mai mancate; per questo io ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, un po’ dappertutto”.
Il Papa si è bevuto il cervello?
Secondo i telegiornali Rai, che lo hanno ripetutamente censurato (e da qui la solita baruffa di casa nostra in casi del genere) parrebbe proprio di sì. A onore del vero, anche altre grandi tv private hanno preferito fare orecchie da mercante.
E invece, secondo noi, sembra che Papa Francesco si sia iscritto al piccolo club di quanti sono convinti che la verità non conosce misericordia.
Insomma, a voi non sembra che il Papa stia dicendo parole giuste e sagge, condivisibili e sottoscrivibili anche in prima serata?
O dobbiamo intrupparci, per leva obbligatoria, nella narrazione e nell’armata di Mario Draghi e Boris Johnson e Joe Biden? E ha un senso esibire la propria muscolatura, chimica o nucleare che sia, facendola precedere dall’avvertimento: “Russia stai attenta a quello che fai. Perché anche noi abbiamo gli attributi?”.  
Perché tiravamo in causa diavolo pentole e coperchi?
Perché adesso, anche nel mondo politico italiano, pare che qualcosa si stia muovendo. Il Papa imbarazza. Il Papa è ingombrante. Il papa è difficile da nascondere. Difficile renderlo invisibile. E i servetti sciocchi di Nato e lobby delle armi lo capiscono da soli.
Ecco allora che non sarebbe male se in prima serata, accanto gli analisti di guerra da video game - e guarda caso qualcuno lo ricordiamo sin dalla guerra dell’Iraq -, venissero invitati un sacerdote, una suora, un predicatore di parole buone.
Siamo pur sempre il paese che diede i natali a San Francesco, capace persino di predicare agli uccellini. 

Foto © Imagoeconomica

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La rubrica di Saverio Lodato

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