Silvio Berlusconi non faceva mistero, in anni ormai lontani, del fatto che suo papà, quando lui era ancora piccolino, gli spiegava che i magistrati erano persone disturbate, un po' tarate, fuori dai gangheri, avendo scelto il mestiere di giudicare gli altri. Sono storie vecchie, che ricordiamo solo perché la cronaca di questi tempi ce ne offre spunto, anche perché, in fondo, in fondo, c’è sempre del vero nel vecchio adagio che se nasci tondo difficilmente puoi morire quadrato.
Lo spunto di attualità, ci viene dalla delega che la ministra della giustizia Marta Cartabia - delega a occuparsi del grado di "professionalità" dei magistrati italiani - ha affidato all’avvocato Paolo Sisto, difensore di Berlusconi, nonché parlamentare di Forza Italia. Avvocato con storia rispettabilissima, schierato dalla parte del cavaliere, in anni lontani e non sospetti.
Complimenti a Silvio Berlusconi, che degli insegnamenti del papà è riuscito a far tesoro, piazzando un uomo di sua fiducia in una poltrona di tanto rilievo per l’argomento che da sempre gli sta a cuore.
Complimenti all’avvocato Sisto, che si vede riconoscere il suo percorso di fedeltà al cavaliere.
Che dire della Cartabia?
Se qualcuno aveva ancora dubbi sul perché l’avevano piazzata al ministero della giustizia, adesso si chiarirà le idee.
La Cartabia chiude il cerchio che in molti volevano chiudere ma, per un soprassalto di vergogna, non riuscivano a chiudere. Pensate: di avvocati in parlamento ce ne stanno 137. E lei ha scelto il difensore di fiducia di Berlusconi!
Adesso perché darle torto se si è messa in testa, “in quanto donna” di andare al Quirinale? Certi lavori d’eccellenza, qualcuno, prima poi, li dovrà pagare.
Foto © Paolo Bassani
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La rubrica di Saverio Lodato
Ma che deve fare di più Marta Cartabia per andare al Quirinale?
- Dettagli
- Saverio Lodato