Una delle principali promesse di questo nuovo governo Draghi aveva fatto ben sperare gli italiani; i quali, infatti, in questi primi giorni di luna di miele - lo direbbero i sondaggi -, in sei su dieci esprimono alto gradimento. La promessa era quella di una comunicazione finalmente sobria. Ridotta all’osso. Laconica, quel tanto che basta.
Fine dunque dei cinguettii da tastiera selvaggia. Fine delle baruffe fra ministri dello stesso governo. Fine della strumentalizzazione per scopi biecamente politici della tragedia ed emergenza sanitaria che il paese sta attraversando.
Insomma, un governo di poche parole.
E riconoscibile per quello che fa, naturalmente. Vasto programma, verrebbe da dire, nel paese delle chiacchiere. Vedremo come andrà a finire.
Ma da quanto abbiamo visto sinora, Mario Draghi si sta attenendo alle promesse.
Ma in compenso, purtroppo per lui, c’è Matteo Salvini, che invece parla troppo. Ogni giorno continua imperterrito a chiedere le dimissioni di qualcuno, si chiami Lamorgese, Speranza o Arcuri. A non considerare poi che con le sue tradizionali "cazzate di giornata" a tutto campo (e ci scusiamo per l’espressione) occupa il quotidiano palcoscenico, scritto e parlato.
Secondo il nostro modestissimo parere, il premier Draghi dovrebbe prestare maggiore attenzione a questo delicato aspetto della faccenda.
E persino - oseremmo aggiungere - il capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Foto originale © Paolo Bassani
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La rubrica di Saverio Lodato
Matteo Salvini parla troppo. Draghi e Mattarella facciano rispettare il patto del silenzio
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