I vecchi poeti sono stanchi

di Saverio Lodato
Scrivete per l’oggi, non ricordate lo ieri.
Gli altri, lo dissero, lo fecero, quando ce ne fu bisogno.
Che volete adesso?
Che cercate nel cestino della Storia?
Ovidio, Orazio
Foscolo o il Manzoni?
È tardi, adesso.
Dovevate pensarci prima.
Li assaporaste, quando vi piacevano.
E quanto vi piacevano!
A chi, di noi tutti, non piacevano?
Loro scrissero per essere capiti, non per essere ascoltati.
Ma voi non voleste ascoltare la lezione, erano giganti alla cui ombra non intendemmo crescere. Eppure, con il tempo potevamo farcela.
Fummo distratti, questo sì.
Vale per tutti.
Certo.
Si.
Ma è adesso, che si è fatto tardi.
A poco serve insistere, ricalcare orme che furono, chiedere aiuto ai vecchi poeti, nessuno fu mai eterno.
Siamo soli.
Con le spalle coperte, e con molte, troppe cicatrici, lo sappiamo bene.
Ma soli, fronte a fronte, oggi, con il nemico che ci avvince, ci strozza, ci ha stretto in una morsa, che veniva meditando da migliaia di anni.
Che maramaldo!
Si vendica!
Di che?
Delle nostre debolezze.
Della nostra mancanza di poesia.
Fummo pavidi, e ci presenta il conto.
Ecco, perché, adesso ci fa male.
Sembra toglierci il respiro.
Lo spazio, il fiato, la vita che ancora ci spetterebbe.
Ecco, perché, si è fatto tardi.
Perché siamo arrivati al corpo a corpo.
E i vecchi poeti sono stanchi.
Ce ne vorrebbero di nuovi.
Ma noi non siamo poeti, né giganti.

???? Elaborazione grafica © Paolo Bassani

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