di Saverio Lodato
La differenza con la guerra sta nel fatto che non vediamo i cadaveri, non ne vediamo le amputazioni, le lacerazioni purulente, i grumi tumefatti. Non ci sono crateri, cascinali abbrustoliti, pesci che galleggiano, schizzi.
Nessun soldato, in particolare, da salvare.
Non vediamo corpi squarciati, orbite spalancate, arti volati via.
Ma è guerra, questa?
È anche guerra, anche se non si vede. Guerra trasmessa, comunicata, sentita, avvertita, sussurrata, di prima serata, interiorizzata, calata dall’alto, attizzata dal vicino, consegnata, a mano, dall’estraneo, notificata dai postini, guerra verbalizzata ancora prima che subita.
E che fu prima?
Furono trincee, caschi, elmi, pennacchi. La prima mitragliatrice. Caporetto. Cadorna. Addio alle armi.
Ieri. Oggi.
Oggi?
Mascherina.
Mascherine.
Chi ha le mascherine?
Chi no?
Perché?
Farmacia che si aspetta fuori.
Dove stanno le mascherine?
Le vidi a Calcutta, le mascherine, era il 1981.
Eppure i bambini si lavavano i denti con bastoncini di tek, immersi nella scolatura delle fogne. Riuscirono a crescere. Altri morirono.
Oggi Roma?
Strade vuote.
Aria pura.
Cielo celeste.
Sale giochi costrette a chiudere.
Tabaccai aperti.
Il massaggio cinese non abita più qui.
Tram vuoti di zecca.
La foto della infermiera addormentata.
Sta piangendo Milano.
Roma si appresta.
Sud, che qui ti aspetto.
Ma si diffonde il sentire comune: nessuno sa come si vincono le guerre.
Ma tutti sanno come si combattono.
Perfino gli italiani.
Perdio!
Un metro è un metro!
Salvate l’infermiera che dorme.
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???? La rubrica di Saverio Lodato
Salvate l'infermiera che dorme
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