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di Saverio Lodato
Dovrebbe stare - soprattutto in questo momento - alla larga dagli ospedali e dai contagiati. Come prescrive la Convenzione di Ginevra per gli eserciti in guerra, chiamati in ogni momento a rispettare le popolazioni civili, l’aiuto ai civili, non ostacolando mai né il salvataggio, né il soccorso dei feriti. A nessuno è concesso sparare sulle ambulanze della Croce Rossa. Neanche per guadagnare qualche voto in più.
Dovrebbe insomma rispettare - anche in politica - quelle norme del diritto consuetudinario e cavalleresco, non codificate per legge, e pur tuttavia universalmente riconosciute dai popoli civili. Salvo che da selvaggi e primitivi che - non a caso - ne sono esentati.
Ma i tempi del generale Custer e quelli narrati da Kipling, come osservava Telford Taylord, il grande accusatore americano al processo di Norimberga - per fortuna di noi tutti sono finiti per sempre.
Il paragone non sembri forte, perché, a ben vedere, non lo è.
Anzi.
Matteo Salvini, che utilizza i casi di Coronavirus accertati in Italia per laide schizzatine di vetriolo sulla presunta inefficienza governativa nel gestire la tragica emergenza, rischia pericolosamente di tramutarsi in un insopportabile brutto ceffo agli occhi di milioni di italiani. Ci sono dei limiti.
Limiti già abbondantemente superati, per la verità, in occasione dei casi delle navi sequestrate con tutto il loro carico di immigrati alla deriva.
Capiamo perfettamente quanto gli bruci la sconfitta elettorale in Emilia.
Capiamo perfettamente quanto sia complicato per lui alimentare all’infinito il suo personaggio, metà pagliaccio, metà Mangiafuoco da circo equestre.
È convinto, mentre il terreno gli trema sotto i piedi, che l’unico modo per tenersi in equilibrio sia quello di alzare perennemente l’asticella.
Uno che, per beneficio di telecamere, si fa riprendere nel cuore della notte mentre citofona al presunto “spacciatore” è già abbastanza oltre. Manifesta un disagio, disturbi gravi.
Proprio per casi simili, in guerra, esiste la Convenzione di Ginevra, alla quale facevamo riferimento all’inizio. Certo, non siamo in guerra. Ma...
Vi chiederete: e che dovrebbe fare adesso Salvini?
Dovrebbe starsene zitto per un bel po’, per smaltire la tranvata del voto emiliano. Dovrebbe farsi finalmente notare per l’assenza dai social e dalle comparsate televisive, e da quel protagonismo tweettarolo che da mesi e mesi lo ha reso proverbiale.
Alla lunga un politico, ritratto con la bocca spalancata e ingurgitante di tutto, che indossa felpe di polizie o a cavalcioni sui bulldozer o che brandisce un mitra o sproloquia sulla castrazione chimica, alla caccia di qualche voto in più, pur non essendo un bello spettacolo, lo si può perfino sopportare.
Un politico che pesca nel torbido delle calamità nazionali, della sofferenza dei cittadini, no, non è più sopportabile.

???? Foto © Imagoeconomica

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???? La rubrica di Saverio Lodato

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