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di Saverio Lodato

E' stato annunciato che la Procura di Caltanissetta ha convocato, per il prossimo lunedì, Giuseppe Martorana del Giornale di Sicilia. Com’è noto, durante la puntata di Report, diretta da Sigfrido Ranucci, andata in onda domenica scorsa, Martorana aveva riferito di avere incontrato a Palermo, Stefano Delle Chiaie, fascista della prima ora e terrorista, nel marzo del 1992, quindi qualche settimana prima della strage di Capaci. E di averlo incontrato in due distinte occasioni a distanza di qualche giorno.
Testimonianza controcorrente, quella di Martorana, dal momento che sin qui sono state respinte al mittente tutte le testimonianze che riferivano di una presenza di Delle Chiaie a Palermo nel periodo caldo del “pre” strage di Capaci.
Parole, quelle del giornalista, che hanno avuto l’effetto dell’olio bollente su una ferita sempre aperta, quella dello stragismo di destra e della “pista nera” che vengono considerate da molti alla stregua di un tabù impronunciabile.
La reazione corale dei giornali di destra alla puntata di Report lascia intendere la profondità della ferita e quanto sia ustionante qualsiasi dichiarazione vada in senso contrario.
Chi vuole la testa di Sigfrido Ranucci, chi vuole mettere in punizione la trasmissione Report, chi vuole la testa di Scarpinato, chi vuole la testa di Di Matteo, chi vuole la testa del procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia eccetera eccetera, giornalisticamente si capisce. Si scrivono esposti e segnalazioni, si sollecitano atti parlamentari e governativi, trasferimenti e defenestrazioni delle persone a vario titolo coinvolte nell'affaire.  


50 anni di mafia

Ma Platone, ai cui tempi ancora non erano stati inventati i giornali di centro destra, e non era facilmente impressionabile, si diceva sicuro che l’uomo, quando è interrogato bene, risponde sempre bene.
Siccome sino a prova contraria c’è una Procura della Repubblica, quella di Caltanissetta, chiamata a indagare sulla strage di via D’Amelio, è lì che bisogna rivolgersi per saperne di più.
Con tutto il rispetto per i giornali di centro destra, per la maggioranza dell’attuale commissione parlamentare antimafia, per i figli di Paolo Borsellino, per il loro avvocato, per il generale dei carabinieri ormai in pensione, tutte rispettabilissime persone che sulla pista nera non scommetterebbero una lira; Borsellino Paolo essendo morto di appalti, appalti e ancora appalti.
Chissà come andrà a finire.
Noi ci eravamo rivolti, con le righe che precedono, proprio al procuratore capo di Caltanissetta, Salvatore De Luca.
Che evidentemente, disponendo l’interrogatorio di Martorana, ha dimostrato che quando si indaga Platone può risultare di grandissima utilità.  



Breve lettera al Procuratore capo di Caltanissetta Salvatore De Luca

di Saverio Lodato - 23 Giugno 2025

Avendo seguito con molto interesse la puntata di Report, diretta da Sigfrido Ranucci (che mai sarà troppo applaudito per quel poco di servizio pubblico televisivo ancora in circolazione), andata in onda ieri sera su Rai3, e in particolare i servizi sulle stragi di Palermo del 1992, ho appreso che Giuseppe Martorana, giornalista del Giornale di Sicilia, incontrò in due diverse occasioni a Palermo, fra il febbraio e il marzo 1992, dunque qualche mese prima della strage di Capaci, Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale, dirigente di estrema destra poi scomparso. In gergo questa si chiama una signora “notizia”.
Gli incontri, - ha puntualizzato Martorana (e i pochi testimoni che si espongono in Italia andrebbero nominati tutti cavalieri del lavoro dal nostro Capo dello Stato) - ebbero luogo nella redazione del Giornale di Sicilia e per motivi che ieri sera lui ha riassunto. 


deluca salvatore ddb

Salvatore De Luca © Davide de Bari 


Ora, come è noto, la presenza di Delle Chiaie in Sicilia secondo alcuni - anche ottimi investigatori - avrebbe la consistenza di una favola metropolitana. Prova ne sia che altri testimoni, che avevano dichiarato prima di Martorana di avere incontrato il terrorista nero nello stesso periodo, sono finiti sotto inchiesta chi per “depistaggio” chi per "calunnia” e “falsa testimonianza ai pm”. 
La testimonianza di Martorana, a me, invece, da spettatore televisivo, appare dirompente. Stiamo parlando di un giornalista e di un incontro nella sede di un Giornale. Incontri del genere, anche se a distanza di molti anni, lasciano tracce difficilmente cancellabili.
Nella stessa puntata di Report è stata infine anche proposta agli spettatori un'intervista al procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, della collega Maria Grazia Mazzola, per TV7 Speciale TG1. 
Chiede la Mazzola: “La pista dell’eversione nera sulle due stragi, Capaci e via D’Amelio?”.
Risponde il Procuratore di Caltanissetta: “Posso dire che allo stato la procura di Caltanissetta non ha chiuso nessuna pista perché vi sono ancora delle indagini da approfondire”.
Con ogni probabilità, il collega Martorana sarà già stato ascoltato dalla procura di Caltanissetta. Per ciò ci scusiamo per questa nostra segnalazione superflua.
In caso contrario, diamo per scontato che Martorana sarà tempestivamente invitato a riferire la sua preziosa testimonianza. In un caso o nell’altro, è anche auspicabile che la Procura di Caltanissetta informi, altrettanto tempestivamente, l’ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare antimafia.
E se non fossimo in presenza di una favola metropolitana? 

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La rubrica di Saverio Lodato


Foto di copertina © Paolo Bassani   

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