di Saverio Lodato
Se tutti i cittadini italiani che hanno avuto guai con la giustizia e poi, magari, sono stati assolti, decidessero di dedicare il resto della loro vita al progetto esistenziale di vedere morire di crepacuore i loro giudici accusatori, avremmo un'ecatombe. Un'ecatombe di magistrati, ma pur sempre un'ecatombe. Per nostra fortuna si registra solo il caso del generale Mario Mori, almeno a quel che se ne sa, che ha deciso di reagire in maniera tanto sanguigna alle sventure che gli sono capitate fra capo e collo.
E su questo non intendiamo né sindacare, né polemizzare, né almanaccare. Ognuno è libero di reagire come gli pare.
Sentiamo però il bisogno di tornare su questi argomenti, vecchi, triti, ritriti ed eternamente sviscerati, perché stimolati dal video messo in rete dal movimento 5 stelle che riprende la conferenza stampa di Giuseppe Conte, leader del movimento, il deputato Federico Cafiero de Raho, e il senatore Roberto Scarpinato, questi ultimi due componenti della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno mafioso.
Una conferenza stampa dai contenuti clamorosi. Dove i partecipanti denunciano, senza giri di parole, il sequestro della stessa commissione d’inchiesta da parte della maggioranza governativa e della sua presidente, Chiara Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia. Un sequestro, sia detto per inciso, che include bavagli di ogni tipo per tacitare il dibattito, rifiuto ad ascoltare i testimoni sollecitati dall’opposizione perché evidentemente considerati non graditi dalla maggioranza.
Chi vuole qui può farsi un’idea dal vivo di quello che stiamo cercando di dire.
E per concludere, è risaputo che la presidente Colosimo sta facendo di tutto per accelerare un iter legislativo in Parlamento che punta all'espulsione di de Raho e Scarpinato dall’organismo parlamentare. Ascoltando quello che i diretti interessati hanno detto in conferenza stampa, si capisce benissimo il motivo. Ma torniamo al generale Mori.
Il quale pare sia diventato ospite fisso della commissione per ribadire, a ogni piè sospinto, che la molla delle stragi è da ricercare nel grande filone di mafia e appalti sui quali la magistratura dell’epoca, d’intesa con la mafia, non volle indagare.
Neanche su questo intendiamo sindacare o almanaccare. Ci mancherebbe.
Ma se ascoltiamo l’intervento in conferenza stampa di Roberto Scarpinato abbiamo la sensazione - e chi, in buona fede, non l’avrebbe? - che Mori esca assai malconcio dalla contestazione che gli ha mosso il senatore Scarpinato, punto per punto, episodio per episodio, circostanza per circostanza.
Questa - badate bene - non è materia per addetti ai lavori.
E’ materia che riguarda, infatti, un’intera commissione d’inchiesta che dovrebbe vedere il contributo sinergico per l’accertamento della verità sia della maggioranza sia dell’opposizione. Scarpinato accusa Mori di essere, su tantissimi punti, falsificatore di fatti, bugiardo incontenibile, ricostruttore fantasioso di altrui dichiarazioni, cronologie faziose, che non troverebbero riscontro né in atti giudiziari, né in atti di polizia, né in atti dei carabinieri. O Scarpinato è ammattito, o la situazione non solo è grave ma è anche seria.
Fermiamoci un attimo. Si può obbiettare che Scarpinato parla da solo. Ma è vero anche il contrario: che da mesi e mesi ormai anche Mori parla da solo. Mori si avvantaggia però degli applausi scroscianti in commissione antimafia da parte di una maggioranza governativa più convinta di partecipare a una corrida che a un dibattitto che invece avrebbe da essere sereno e finalmente definitivo su questi argomenti.
Magari, in un faccia a faccia fra i due, a uscire malconcio sarebbe Scarpinato. Chissà. Ma pare di capire che questo incontro ravvicinato, in commissione antimafia, non avremo mai modo di vederlo. E quindi ci limitiamo a quello che per il momento è dato conoscere.
In conclusione. Se continua così, questa passerà alla storia per essere la commissione antimafia più sputtanata - ci sia consentito il termine - degli ultimi sessant’anni. Sarà anche per questo che Giuseppe Conte, pur precisando di non voler tirare nessuno per la giacchetta, ha sentito il bisogno di rivolgersi per ben due volte al capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Toccherà anche alle altre forze di opposizione cogliere sino in fondo la drammaticità della situazione. E bene farebbe a dire la sua anche quella parte della famiglia Borsellino che, conoscendo bene la materia, potrebbe aiutare i cittadini a valutare le circostanze che oggi spingono Scarpinato ad affermare che Mori su tante cose mente. Magari smentendo Scarpinato per aver lanciato accuse infondate.
Quanto a Mori. Non farebbe meglio a girare l’Italia proclamando la sua innocenza, certificata dalle assoluzioni, piuttosto che atteggiarsi a gran guru di una materia sterminata dove non sempre tutto è come appare?
Parlando all’infinito, e un investigatore di vaglia come Mori lo sa benissimo, il rischio di contraddirsi è dietro l’angolo.
Naturalmente, se accettasse il nostro modesto consiglio, ciò non gli vieterebbe di continuare ad augurarsi la morte dei suoi accusatori.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La rubrica di Saverio Lodato
Foto © Paolo Bassani
ARTICOLI CORRELATI
Conte, Scarpinato e de Raho: in Commissione Antimafia in atto depistaggio istituzionale
“Da Mori e De Donno bugie che allontanano la verità sulle stragi”