di Saverio Lodato
Lo vogliono far fuori in nome della Legge. Non tollerano le sue conoscenze, in materia di mafia e di poteri occulti. Lo considerano il disturbatore dei grandi manovratori di Regime, quelli che vorrebbero addomesticare e addormentare le piste scomode e compromettenti che condurrebbero, se approfondite, all’ accertamento della verità sulle grandi stragi.
Stiamo parlando di Roberto Scarpinato. Oggi senatore dei 5 stelle, per oltre tre decenni magistrato di punta della Procura di Palermo, che mette paura perché troppo sa, troppo dice e troppo mette per iscritto. E cosa sa, dice e scrive Scarpinato?
Che c’è un bel malloppone di indagini e sviluppi investigativi che chiamano in causa, a oltre trent’anni dalle stragi, la pista nera, l’eversione nera, i fascisti di ieri che forse si son ritrovati a fare amicizia con qualche fascista di oggi. Tutto è possibile.
La Commissione Parlamentare Antimafia - lo abbiamo scritto più volte - non può diventare il contenitore esclusivo di petizioni di principio familiari, con tutto il rispetto, sempre dovuto, a tutti i familiari delle vittime che dalla loro parte hanno ottime ragioni.
Ma, a maggior ragione, la Commissione Parlamentare Antimafia non può essere trasformata in un’aula sorda e grigia, bivacco per “manipoli” di mussoliniana memoria.
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La rubrica di Saverio Lodato
Foto © Paolo Bassani
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