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Non ci sono più i bei garantisti di una volta. Quelli tutti d’un pezzo, senza se e senza ma, pronti a scagionare tutto lo scagionabile, da Michele Greco a Bernardo Provenzano, da Marcello Dell’Utri a Giulio Andreotti che a Palermo incontrava i mafiosi, a Vittorio Mangano che ad Arcore dava lo zuccherino ai cavalli, a Bruno Contrada che dal carcere era stato ridotto pelle e ossa, perché – questa era la toccante tesi di fondo – “nessuno tocchi Caino”. Oggi, il povero Caino viene preso a pesci in faccia, perfino dai giornali che un giorno furono “amici”. Garantisti canaglia, verrebbe da dire.
Cercherete inutilmente nelle parole di chi una volta scagionava tutto lo scagionabile un piccolo soprassalto di sdegno, magari di perplessità, se non proprio di schifo che sarebbe pretendere troppo, di fronte all’intemerata del sotto segretario alla giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, che prova “intima gioia” sono parole sue, nel “togliere l’aria ai mafiosi”.
Li vuole proprio asfissiare.
Gli vuole chiudere la bocca per sempre. Diavolo di un sottosegretario, altro che i PM antimafia definiti i Torquemada dell’era moderna. Questi fanno sul serio, contro la mafia.


50 anni mafia 1 4

E noi, qualche giorno fa, c'eravamo rivolti al ministro della giustizia Carlo Nordio, convinti di rivolgerci a un pacioccoso ministro della giustizia sopra le parti.
Magari anche sopra le righe, vista la valanga di provvedimenti da lui adottati in vista dell'azzeramento degli ultimi baluardi in difesa di una cultura della legalità, ma pur sempre intimamente al di sopra delle parti, come avrebbe da essere un ministro della giustizia che si rispetti. Macché.
Nordio, è andato buono buono a seguito della Giorgia Meloni, che prontamente aveva lanciato la ciambella di salvataggio, dicendo che in verità intendeva riferirsi ai mafiosi, parola che l’interessato si era ben guardato dal pronunciare.
E non trova niente di meglio che unirsi al coro assolutorio e bugiardello con queste parole: “Quando si tratta di un nemico mortale queste espressioni dure possono, e secondo me, sono giustificate”.
Certo.
Non diremmo che per queste parole Nordio andrebbe preso letteralmente a pedate. Anche noi, sotto sotto, siamo garantisti. Ma qualcuno dovrà pure occuparsi del povero Caino.

Foto © Paolo Bassani

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La rubrica di Saverio Lodato

Foto © Imagoeconomica

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