“C’è un nome che in tutta la serata non è stato pronunciato. Di chi è questo nome? È di colui il quale ha preso il posto, a tre anni di distanza dal suo arresto, di Matteo Messina Denaro. È la prima volta nella storia d'Italia che un capomafia viene arrestato e, l'indomani, le forze dell'ordine non dicono: ‘Ora il prossimo si chiama tal dei tali’. Noi siamo in una fase in cui, per le istituzioni italiane, Cosa Nostra non ha più un nome, non ha più un leader. Sia anche esso brutto, come potrebbe essere Trump, non ce l'ha e non viene nominato”. Così Saverio Lodato, giornalista e saggista, durante la presentazione del suo ultimo libro "Cinquant'anni di mafia" (ed. Bur-Rizzoli) presentato lunedì 11 novembre presso il Teatro Quirino di Roma.
“E perché non viene nominato un leader? Perché nominarlo, anche da parte del Ministro dell'Interno Piantedosi, significherebbe che dopo lo devi cercare, dopo lo devi arrestare, e dopo devi rendere conto all'opinione pubblica di quanti anni questo è potuto rimanere latitante - ha continuato Lodato -. Quindi cosa si fa per far scomparire la cosa? Si cominciano a far scomparire i nomi. Un ministro dell'interno che non ha mai pronunciato la parola "mafia" e "mafiosi" da quando è stato nominato. Ha parlato di tante cose, di tante cose: di immigrati, di orari di apertura e chiusura delle discoteche, di raduni giovanili, di frontiere, di marina militare. Mafia, non pervenuta. E lo stesso dicasi per il Presidente del Consiglio; non se ne abbia a male”.
Durante l’incontro organizzato da ANTIMAFIADuemila, hanno dialogato con l'autore anche il sostituto procuratore alla Dna Nino Di Matteo, l’avvocato Luigi Li Gotti, il senatore Roberto Scarpinato, Salvatore Borsellino (leader del Movimento delle Agende Rosse), il direttore e il vicedirettore di ANTIMAFIADuemila, Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo. Letture a cura di Lunetta Savino. Apertura del sassofonista Nicola Alesini.
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La rubrica di Saverio Lodato
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