Stanno accadendo cose nel firmamento dell’antimafia.
La posizione di Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia si fa sempre più indifendibile.
La difesa da parte del centro destra di Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia, pesantemente attaccata ieri, al Senato, da Salvatore Borsellino e dall’insieme delle associazioni di tutte le vittime per le stragi di mafia e di terrorismo, per i suoi rapporti amicali con Luigi Ciavardini, stragista ed eversore nero, appare ormai assai debole.
Quasi di maniera, atto dovuto vista l’amicizia risaputa della Colosimo con la premier Giorgia Meloni.
Il concetto merita di essere ribadito due volte a beneficio di sordi e distratti.
Stiamo assistendo infatti a una battaglia polemica persa in partenza.
A ben vedere, è normale che sia così.
Di più: lascia ben sperare che sia così.
Spieghiamoci.
Da Libero al Tempo, dal Dubbio all’Unità (che, magari, sarà anche di sinistra), alla Verità, la rassegna stampa dei giornali di centro destra ieri mostrava un panorama di cronache balbettanti e desolanti a resoconto di quanto accaduto nella saletta Nassirya del Senato.
Oltre al fatto che colpiva l’assenza di alcune testate, tradizionalmente “specializzate” nell’argomento anti-giudici che si occupano di mafia, dal quale si sono platealmente, elegantemente, persino intelligentemente sfilate (pensiamo al Foglio e al Giornale). Qualche articolo firmato, molti preferibilmente anonimi, pagine e pagine per “coprire” l’evento, e ruotare - ma a vuoto - attorno alla questione vera che dilania il centro destra.
Come si fa a lasciar presiedere la commissione antimafia, che si occupa anche di stragi, a chi si porta sulle spalle l’onta di un’amicizia con Luigi Ciavardini, ex stragista? Una foto li ritrae insieme e sorridenti.
E che sarà mai una foto vintage, sembra sostenere Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, per il quale "si tratta di accanimento, di un attacco inqualificabile e strumentale" per episodi che "risalgono ad anni fa"?
Fosse così semplice sarebbe semplice.
Ma avere insinuato un conflitto di interessi, una non meglio definita incompatibilità da parte di Roberto Scarpinato e Cafiero de Raho, oggi senatori dei 5Stelle, con lo scopo di estromettere entrambi dalla commissione con una legge ad hoc - ad personam si sarebbe detto nei tempi gloriosi -, rischia di trasformarsi per la stessa Colosimo in un boomerang che viaggia alla velocità di uno tsunami.
Avviamoci a conclusione.
Al punto in cui siamo è la Colosimo che deve parlare.
I giornali di centro destra stanno facendo il possibile per lanciare la palla in tribuna. Pestano l’acqua nel mortaio, ma tornando sempre al punto di partenza.
È sopportabile, accettabile, legittimo, che lo stragismo nero, ancora oggi nel 2024, possa accarezzare l’idea di avere santi in Paradiso ai vertici delle istituzioni?
Non vorremmo sbagliarci, ma anche la stessa famiglia Borsellino, ci riferiamo a quella parte che non condivide le opinioni di Salvatore Borsellino sulle cause che portarono alla strage di via D’Amelio, troverà modo per lasciar trapelare il proprio disappunto di fronte alla foto del “duo” Ciavardini-Colosimo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La rubrica di Saverio Lodato
Foto © Paolo Bassani
ARTICOLI CORRELATI
Nella Commissione antimafia fra Chiara Colosimo e Roberto Scarpinato qualcuno è di troppo
''In Commissione antimafia conflitto di interessi è della Colosimo, noi vogliamo verità''
Cosa pensano i familiari di Borsellino della foto Colosimo-Ciavardini?
- Dettagli
- Saverio Lodato