"È facile dire ciò che è accaduto, assai più complicato spiegarne le ragioni. Fra la precedente edizione di questo libro, nel 2012, e quella odierna, sono trascorsi dodici anni. E oggi il lettore farà bene a ricordare che, a suo tempo, la prima edizione - che nel titolo faceva riferimento a «dieci anni di mafia" - recava la data del 1990. Dopo tempi talmente lunghi, si affollano domande spontanee per l’uomo della strada. Perché in Italia la mafia esiste ancora?".
Inizia così l'introduzione del libro scritto da Saverio Lodato, “Cinquant’anni di mafia” (oggi riedito dalla Bur-Rizzoli) -, letta dall'attrice Lunetta Savino.
Un testo in cui Lodato fa il punto e si interroga sui motivi per cui ancora l'organizzazione criminale non è stata sconfitta.
"Ci sono altri Paesi nel mondo costretti ormai quasi da due secoli a convivere con la mafia o con fenomeni criminali che in qualche modo le assomigliano? - si chiede il giornalista - Qual è stata la remora che ha impedito alle migliori intenzioni e ai buoni propositi di avere ragione di un’organizzazione degli affari e del delitto che, invece, è riuscita a mantenere gelosamente le sue radici? E in quale museo dobbiamo collocare la proverbiale previsione di Falcone sulla mafia, che come tutte le cose della vita avendo avuto un inizio avrebbe avuto una sua fine?".
Legge ancora Lunetta Savino: "Fra l’ultima edizione, quella che faceva riferimento ai «quarant’anni di mafia», e quella di oggi, abbiamo assistito alla morte in carcere dei tre padrini che, con la loro sinistra leggenda, hanno segnato irreparabilmente, e forse per molte generazioni a venire, la storia d’Italia, recente e meno recente.
L’uomo della strada li ha visti morire dopo che lo Stato si era finalmente deciso a catturarli, al culmine di operazioni di polizia che per qualche giorno avevano sbalordito il mondo, scatenato gli interrogativi dei media, restituito dall’ombra figure sociali premoderne che invece pretendevano di mettere le briglie alla modernità. Storie mai chiarite sino in fondo. Spesso storie di arresti concordati fra le parti in causa, interessate ormai all’uscita di scena del padrino di turno. L’uomo della strada, per anni, li ha visti inquadrati dalle telecamere nei cucinini carcerari dell’isolamento in cui ormai erano costretti a vivere. Poi, come tutti gli uomini di questo mondo, anche i padrini si sono ammalati. È toccato allo Stato curarli al meglio. Perché è così che si deve fare".
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La rubrica di Saverio Lodato
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