No, Giorgia Meloni non è credibile.
Non ce ne voglia, ma più parla e scrive sull’argomento del fascismo, vero o presunto che sia, che coinvolge i Fratelli d’Italia, più dà la sensazione di un eterno parlar d’altro. Cercherò di spiegare perché.
Ma siamo sicuri che la Meloni avverta sino in fondo la gravità e la pesantezza imbarazzante delle sconce dichiarazioni dei “giovani” del suo partito rese di dominio pubblico dall’inchiesta di Fanpage?
Le frasi sono lì. Scorrono sugli sfondi televisivi. A dispetto di qualunque benevolo sipario al quale il Potere pretenderebbe sempre di poter ricorrere.
Fatte le debite proporzioni, la vicenda di Julian Assange, che si è recentemente conclusa a favore del diretto interessato rimesso in libertà, dovrebbe far sperare che d’ora in avanti anche i segreti del Potere abbiano un limite.
Questo significherebbe modernizzare il Paese. Questo significherebbe ridimensionare il potere della casta. Questo significherebbe introdurre una ventata d’aria pura nei retrobottega di un paese martoriato da scandali misteriosi, sempre irrisolti e permanenti.
La Meloni invece, anche lei, come tutti quelli che l’hanno preceduta, sin quando ha potuto, ha fantasticato sull'esistenza di complotti di regime, su infiltrazioni oscure nel “privato” della politica che a suo dire dovrebbe restare al riparo dal vojeurismo del giornalismo d’inchiesta. Ci risiamo.
E’ una concezione della politica democraticamente abnorme.
Una concezione che fa a pugni con le più elementari regole di trasparenza che dovrebbero ispirare ogni momento della vita democratica di un paese.
Chiedere retoricamente al capo dello Stato, Sergio Mattarella, cosa pensasse dei video dei giovani fascisti finiti in prima serata nelle tv italiane, quasi che lo scandalo stesse nella messa in onda, e non invece nei contenuti, è, questa sì, un'ennesima pessima pagina di intolleranza.
No, Giorgia Meloni non è credibile.
Perché il tono della sua lettera ai “Carissimi dirigenti di Fratelli d’Italia” è il tono, acido e risentito in ogni parola, di chi non è stupito, per quello che è emerso dal “pozzo nero” che riguarda Fratelli d’Italia. Ma il tono di chi è incazzato di brutto per i comportamenti di un pugno di incoscienti che hanno fatto da “utili idioti” a tutto vantaggio degli “avversari” politici di Fratelli d’Italia.
A suo tempo, Benito Mussolini, infastidito dagli eccessivi casi di cronaca nera che rischiavano di distrarre gli italiani dalla narrazione, tutta muscoli e distintivo, del suo modo di governare, impose alla grande stampa di ridurre al minimo gli spazi dedicati ai fatti di sangue. Vecchie tentazioni?
Con queste parole la Meloni conclude la sua lettera aperta ai "dirigenti": “Piedi a terra, testa alta, e sguardo rivolto sempre, e solo, avanti”.
Vecchie tentazioni di ginnastica di Stato e di Regime?
Foto © Imagoeconomica
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