Ci sono voluti esattamente ottant’anni perché dalle ceneri dell'Uomo Qualunque nascesse la Donna Qualunque.
Chi era Guglielmo Giannini, lo sapete. L’inventore del qualunquismo, che nell'Italia del 1945, appena liberata, ebbe fortuna, editoriale, politica e elettorale di breve momento, parlando per primo a quella pancia del paese che da noi vanta tradizioni antiche e mai sopite. Giannini era “anti”, per principio. E naturalmente molto più anticomunista che antifascista, capace di razzolare in tutte le scodelle dello scontento che, a guerra appena finita, in alcune zone d’Italia poteva raggiungere dimensioni di massa. Elesse pattuglie di suoi fedelissimi in un paio di elezioni nazionali, ma anche regionali ed amministrative, ma fu meteora breve che nel '48 scomparve definitivamente nel nulla.
Ma veniamo alla Donna Qualunque, quella di oggi.
La incarna Giorgia Meloni. Che, senza rossori, da una parte porta in tribunale Luciano Canfora, storico e filologo d’eccellenza, perché l'ha definita “nazista nell’anima”, dall‘altra grida allo scandalo per l’entità del compenso che la Rai aveva pattuito con Antonio Scurati, autore di una monumentale e calorosamente accolta dal pubblico biografia di Benito Mussolini.
La Meloni pretende da Canfora 20000 euro come forma di risarcimento simbolico e strabuzza gli occhi di fronte ai 1500 euro (presumiamo lordi) che sarebbero andati a Scurati per il suo monologo previsto in Rai per l’imminente 25 aprile.
No, dice ora Giorgia Meloni. Avete capito male. Il fascismo non c’entra niente. Figuratevi se mi sarei mai permessa di censurare Scurati. Lo pubblico io il testo di Scurati, nel mio blog. Che volpona la Meloni.
La conduttrice di Rai 3, Serena Bortone, e Massimo Gramellini, su La7, in “Altre parole”, avevano già sgravato la Meloni del parto che si annunciava travagliato, mandando in video le parole della discordia.
A questo punto, vi chiederete: ma non è una storia troppo piccola per insignire la Meloni del titolo di Donna Qualunque ereditato da Giannini?
Se lo pensate, vi sbagliate di grosso.
La Meloni, ora che lo scandalo è esploso, ora che in Rai tutti temono per la propria testa, fa spallucce su fascismo e antifascismo. E spiega di essersi opposta di fronte a quei 1500 euro destinati a Scurati, perché pari alla paga di un metalmeccanico.
Ecco a voi la Donna Qualunque. Solo una Donna Qualunque, a capo di un governo che non aumenta di un euro la paga dei metalmeccanici, poteva infatti ricorrere a mezzucci tanto strappalacrime.
La stessa Donna Qualunque che, con l’altra mano, pretende da Canfora ventimila euro, equivalenti a occhio alla paga di dieci metalmeccanici, in omaggio alla sua persona.
Ma inquieta anche questa curiosa proporzione del 10 a 1, che sembra quasi venire sgradevolmente da un passato che avremmo voluto remoto.
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La rubrica di Saverio Lodato
Foto © Imagoeconomica
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