di Salvatore Borsellino - 1° maggio 2013
Ieri a Caltanissetta ho sentito per la prima volta raccontare che cosa è veramente successo nei minuti immediatamente dopo la strage attorno alla macchina blindata di Paolo.
Lo ho sentito raccontare a 21 anni di distanza da quel maledetto pomeriggio di domenica dalla voce ancora carica di emozione di chi c'era veramente e racconta che cosa è veramente successo.
E quello che ho sentito raccontare da Rosario Farinella, all'epoca capo scorta di Giuseppe Ayala, e dal caposquadra dei vigili del fuoco Giovanni Farina è assolutamente incompatibile con ciascuna delle decine di versioni diverse che degli stessi momenti hanno dato Giuseppe Ayala, allora deputato, e Giovanni Arcangioli, allora capitano dei carabinieri.
Sembra che questi ultimi siano stati in un posto diverso ed abbiano visto delle cose diverse o che non vogliano o non possano dire come realmente si sono svolti i fatti perchè se Giovanni Farina dice che con la sua mazza tentò di sfondare i vetri della macchina blindata per verificare se all'interno ci fosse il corpo di qualcuno, non è possibile che attraverso gli stessi vetri offuscati dal fumo e dal tremendo calore sviluppato dall'esplosione qualcuno abbia potuto vedere la borsa di Paolo.
E chi dà una versione che conferma una delle versioni di Ayala sembra quasi essere dotato del dono dell'invisibilità se nessuno di questi testimoni conferma di averlo visto accanto ad Ayala ed accanto alla macchina e se dice di avere per un attimo tenuto la borsa di Paolo se questa era invece saldamente nelle mani del caposcorta di Ayala fino a quando quest'ultimo non gli disse di consegnarla a un uomo che lo stesso Ayala gli assicurò essere un ufficiale dei carabinieri nonostante fosse in borghese e senza distintivi.
Tratto da: 19luglio1992.com