di Salvatore Borsellino - 26 marzo 2013
Oggi, intorno alle cinque della sera, la stessa ora della strage di via D'Amelio, la Corte D'Appello di Palermo ha condannato Marcello Dell'Utri a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Non so quanto esterno sia stato quel concorso e avrei voluto che gli anni di galera fossero stati settanta anni invece che sette per non vederlo mai più uscire dalla galera, dove meriterebbe di finire i suoi giorni, come ho dovuto sopportare di vedere per Bruno Contrada.
Adesso mi toccherà dover morire io prima di sette anni per non dovere sopportare la stessa cosa anche con lui, ma posso sempre sperare, per potermi concedere qualche anno di vita in più, che gli altri processi in cui è imputato si concludano in tempo e vederlo seppellito dal peso di altre condanne.
Voglio sperare che adesso certa stampa non si scateni nel sostenere che Dell'Utri non si può ancora considerare definitivamente condannato perché c'è ancora la possibilità del ricorso in Cassazione: la Cassazione è chiamata a giudicare sulle questioni di diritto non sul merito della condanna che quindi, dal punto di vista dell'accertamento del reato, deve essere già considerata definitiva.
Tratto da: 19luglio1992.com
Foto © Samuele Firrarello