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08:16
 
Silvia Resta
: Negli ultimi mesi altre rivelazioni scottanti, anche Massimo Ciancimino sta parlando, è il figlio di Don Vito, ex sindaco di Palermo ormai scomparso, sarebbe stato lui il mediatore della presunta trattativa con la mafia. Dopo la strage di Capaci Cosa Nostra gli avrebbe affidato il famoso Papello, una serie di richieste scritte su foglio protocollo da presentare allo Stato.
 
Antonio Ingroia
(Procuratore aggiunto di Palermo): Sono tutte risultanze di dichiarazioni di collaboratori di giustizia ... che dicono che ... praticamente nel pieno della stagione stragista una parte di Cosa Nostra, Riina prima e probabilmente anche Provenzano, dopo però le stragi, e quindi dopo la cattura di Riina, avrebbero avviato una trattativa con ... non sempre ben precisati ambienti istituzionali e in parte politici per ricontrattare ... come dire ... un nuovo patto di  di coesistenza e convivenza e ... per alzare il prezzo della trattativa Cosa Nostra avrebbe ulteriormente accellerato la strategia stragista
 
09:40
 
Sergio Lari
: Ci sono tanti aspetti della strage di Via D'Amelio che ancora oggi non sono stati chiariti. Certamente si ipotizza un possibile ruolo di mandanti eseterni, o comunque di soggetti esterni all'organizzazione Cosa Nostra  che possono avere influito sulla determinazione di questa organizzazione criminale di anticipare, diciamo le ..., o affrettare l'esecuzione della strage di Via D'Amelio che comunque era stata già programmata. Certo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino si inseriscono in questo filone di indagine e su questo le procure di Palermo e Caltanissetta stanno ovviamente espletando tutte le indagini necessarie.
 
Silvia Resta
: Un altro mistero riguarda la giornata del 1° luglio di quel '92, poco più di due settimane prima della strage. Borsellino è a Roma, alla DIA, per interrogare il pentito Gaspare Mutolo. Nel pomeriggio viene chiamato al Ministero dell'Interno, come è annotato sulla sua agenda grigia. Tra le 19 e le 20 c'è il nome di Mancino, che proprio in quel giorno si era insediato al Viminale. Un giallo, perchè Nicola Mancino, oggi vicepresidente del CSM non ricorda di averlo mai incontrato.
 
10:59
 
Nicola Mancino
(vicepresidente del CSM): (facendo vedere fugacemente un planning) Questo è la... 1° luglio.
 
 
Silvia Resta
: E il nome Borsellino non c'è?
 
Mancino
: Ma non potevo dare ... un appuntamento a uno che non conoscevo. A meno che quello che non conoscevo non mi avesse detto ci ho un segreto di Stato ... ci ho una mia valutazione urgentissima ... allora io a quel punto ... perchè non riceverlo ... ricevo tutti!
 
(Questa affermazione è letteralmente incredibile, non può un ministro della Repubblica, un ministro degli Interni, nominato proprio in un periodo di emergenza quale quello seguito alla strage di Capaci, sostenere di non conoscere  il giudice che ha raccolto l'eredità di Giovanni Falcone. A meno che non leggesse i giornali e non guardasse la televisione dato che Paolo Borsellino era quasi ogni giorno su tutti i giornali e compariva quasi ogni giorno su tutti i telegiornali. Per non parlare poi della frase offensiva con cui conclude "perchè non riceverlo... ricevo tutti!" come se si trattase del primo sprovveduto di passaggio e lasciando intendere che avrebbe dovuto essere Paolo a chiedergli di essere ricevuto. Forse che a lui non interessava quello che Paolo poteva conoscere sull'assassinio di Falcone, dato che come lui stesso diceva a questo proposito, anche se non fu mai ascoltato dalla procura di Caltanissetta prima di essere a sua volta assassinato, "io sono un testimone, parlerò davanti ai giudici quando mi chiameranno")?

 

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