Se è l’ora X,
se la fine è vicina,
se un catarifrangente
s’illumina dentro il buio,
se tra sei mesi fiorirà il pesco
ora nudo in un prato di margherite,
se è già finita l’ora delle lunghe attese,
se, finita l’attesa, ricomincerà come prima,
se l’ombra del Reich risuscita i suoi scheletri,
se i cavalli precipitano dentro un canyon
di scarabei, di carogne e di escrementi,
se la pancia dell’Occidente opulento
è dilatata a dismisura, se scoppia
mentre ad altri, poco lontano,
i vermi entrano nelle orbite,
se si potesse suonare
senza strumento,
mentalmente,
se venisse meno
la tua esasperante
onnipresenza, oppure
se esiste il nulla, per contro
se il ciclo ritorna costantemente,
se la sintesi degli opposti è metafisica,
se non appartiene a nessuno quel viso
apparso nel globo che si illumina,
se non ti appartiene il dolore
che ti ha scavato la vita,
se qualcuno continua
a far dei segnali
dall’ignoto
se non ti riesce
di mollare il tutto
nel tempo prestabilito,
se può servire a qualcosa
l’arida eredità dei miei versi,
se i palloni gonfiati del capitalismo,
scoppiassero come dei giochi artificiali,
se il tutto fosse ugualmente diviso a tutti,
se un giorno scoprissi che non esiste,
la fine su cui tanto contavi,
se quello che è pensabile
può essere realizzato,
dentro un mondo
di amori che si
incrociano.
Foto © Davide de Bari
Se è l'ora X
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