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Se la guerra c’è, un motivo ci sarà. Spesso ci si perde nei meandri e nei tentativi di spiegazione e di descrizione della logica tattica, militare, diplomatica e strategica che sta dietro i conflitti. La verità, però, sembrerebbe sia molto più semplice di quanto non appaia, a volte.
La verità è solo una: più guerra, più armi, più soldi per chi quelle armi le produce in grandissime quantità.
I titoli azionari delle principali aziende dell’industria bellica, dall’inizio del conflitto, non hanno fatto altro che correre verso l’alto. Sicuramente i soci azionisti si staranno sfregando le mani in attesa dei prossimi dividendi, dimenticando però che quei soldi sono macchiati di sangue. Ma del resto, ormai ci siamo abituati a tutto, ed è diventata pratica comune assoggettarsi al grigiore torpido e malinconico della volontà di profitto. Complici sono le classi dirigenziali mondiali, sia occidentali che orientale, sia americane ed europee che russe. Complice è anche il popolo, il popolo mondiale, rimasto per anni e decenni in silenzio di fronte alla pazzia collettiva della produzione di armamenti, delle guerre spinte, create, organizzate dall’Occidente al resto del mondo.
Dall’altra parte, però, qualche pacificatore, anche se sono rimasti in pochi, c’è. Don Luigi Ciotti, o il Papa, ad esempio, che ha quasi messo in ridicolo di fronte all’intero pianeta i Paesi NATO, i quali hanno deciso supinamente di alzare il tetto per le proprie spese militari, portandolo al 2% del PIL.
Ma anche giornalisti veri, capaci, e che hanno ed hanno avuto il coraggio di gridare la verità al mondo: esempio monumentale, ovviamente, è stato Giulietto Chiesa, che ha dimostrato la coerenza che vive in chi lotta per la verità. Nulla a che vedere con la casta di esperti, opinionisti, e chi più ne ha più ne metta, che infesta i principali canali televisivi italiani, e i più importanti giornali del nostro Paese.

La rubrica "L'angolo di Piras"

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