Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

“C’è lo 0% di possibilità che il MoVimento 5 Stelle vada al governo con Berlusconi e con l'ammucchiata di centrodestra”. Queste le parole di Luigi Di Maio il 9 aprile 2018, ore 13.30, sul suo account Twitter.
Parole che, alla luce dei fatti odierni, lasciano perplessi, come lasciano perplessi le dichiarazioni dell’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ora a capo dei Pentastellati, quando lo scorso 21 marzo, a Napoli, in occasione della giornata di commemorazione delle vittime di mafia, ha risposto con uno stizzito “Forse lei si è distratto” al nostro caporedattore, Aaron Pettinari, alla domanda riguardante l’alleanza tra Movimento Cinque Stelle e Forza Italia, oggi entrambi tra le fila del governo guidato da Mario Draghi.
Movimento Cinque Stelle che, oramai è noto, non ci ha abituato a grandi traguardi in tema di lotta alla mafia. Ricordiamo, ad esempio, la questione Bonafede - Di Matteo - DAP, e il ripensamento quantomeno ambiguo dell’ex Ministro della Giustizia sulla nomina del Consigliere Togato del CSM alle carceri.
La Costituzione rimane tradita, dunque, almeno sotto il profilo morale. Oggi stanno “bollendo in pentola” due tematiche molto scottanti sul tema lotta alla mafia: l’ergastolo ostativo e la riforma della giustizia.
La questione Ergastolo Ostativo è molto delicata. Lo scorso aprile, esattamente un anno fa, la Corte Costituzionale ha bocciato il divieto di liberazione condizionale ai condannati per mafia, e ha dato al Parlamento un anno di tempo per riscrivere la norma. Vedremo come andrà a finire, certo è che le premesse non sono affatto buone, anche perché al DAP è stato nominato a inizio marzo Carlo Renoldi, che più volte ha espresso la sua opinione, parlando ad esempio di “spinte reattive di segno assolutamente opposto che convergono sinistramente verso l’idea di una chiusura rispetto alle istanze provenienti dal mondo dei detenuti”.
Il nome di Carlo Renoldi è stato proposto dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia, che in un passato non troppo lontano si è resa protagonista dell’emanazione di una riforma della giustizia che lascia attoniti e sbigottiti. Si parla di improcedibilità dei processi, nel momento in cui questi superano un certo periodo di tempo. Questo, è vero, non si applicherà ai reati per mafia, ma restano comunque coinvolti reati gravi come quelli ambientali o finanziari, ad esempio. Non solo. Questa riforma della giustizia impedirà di scavare nei processi, di portare alla luce fatti ed eventi che solo il tempo, l’indagine approfondita, può portare alla luce. Inoltre, è previsto addirittura che sia il parlamento a decidere la priorità sui processi da compiersi, subordinando così la magistratura al potere politico, fatto del tutto inconcepibile, oltre ad essere palesemente incostituzionale.
Staremo a vedere. Resta però il fatto che “s’hanno da ringraziare” la Ministra Cartabia e il Movimento Cinque Stelle. Quantomeno si sono rivelati senza troppe preoccupazioni per ciò che sono veramente.

La rubrica "L'angolo di Piras"

ARTICOLI CORRELATI

L'inganno del denaro

La follia della guerra continua, ma Putin è molto furbo

La triste storia di un Paese a cui hanno tagliato le gambe

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos