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Mai come in questo momento è bene dire: si salvi chi può. E’ questa la frase che potrebbe riassumere in maniera breve ma efficace la situazione economica del nostro Paese e del mondo. Il documento OXFAM 2022 è chiarificatore in tal senso: “Non solo il nostro sistema economico si è trovato impreparato a tutelare i diritti delle persone più vulnerabili ed emarginate quando la pandemia ha colpito; ma ha attivamente favorito coloro che sono già estremamente facoltosi. Nei Paesi di tutto il mondo, le politiche economiche e la cultura politica e sociale stanno perpetuando la ricchezza e il potere di pochi privilegiati a detrimento della maggioranza dell’umanità e del pianeta. È il sistema economico che strutturalmente produce disuguaglianza, è il modo in cui le nostre economie e società attualmente funzionano. La pandemia da coronavirus si è abbattuta su un’Italia profondamente disuguale e il nostro Paese rischia di veder peggiorato nel medio periodo il profilo delle disparità multidimensionali preesistenti”. Povertà, fame, disoccupazione, disperazione di milioni e milioni di persone. Siamo arrivati a questo. La società del consumo, dell’illimitatezza è arrivata al punto in cui era prevedibile arrivasse, prima o poi. Ovvero alla fine. Abbiamo sbagliato. Tutti.

Hanno sbagliato i nostri governanti, che hanno pensato che gli interessi della comunità finanziaria potessero essere sostituibili al benessere collettivo senza ritorsioni; che hanno creduto che formule matematiche preparate ad hoc potessero far funzionare un’intera società, e mantenerla in equilibrio nella sua complessità. Abbiamo sbagliato noi, il popolo. Abbiamo sbagliato perché abbiamo creduto in questi personaggi. Ci siamo fatti abbindolare dai loro rinomati discorsi che, purtroppo, di concreto non hanno mai avuto nulla. Abbiamo delegato, in un modello socio-economico, il nostro, che segue una ed una sola regola: quella dell’interesse. E tutto questo, ora, ci sta ricadendo addosso. E ce lo meritiamo. A chi possiamo dare la colpa, se non a noi stessi? Il modello basato sula creazione del denaro dal nulla, in quantità potenzialmente infinite, è ormai morto. E questo è sotto gli occhi di tutti. Il problema è che solo ora le persone iniziano ad accorgersene, perché il giocattolino rotto, adesso, ha intaccato anche la società del benessere, l’Occidente, mentre è da secoli e decenni che uccide la vita e toglie la dignità agli uomini e alle donne di altri continenti. Uomini e donne che, le nostre possibilità, mai le hanno avute, e mai ce le avranno. Del resto, sono ancora “in via di sviluppo”, semplicemente perché non si svilupperanno mai. Perché noi glielo abbiamo sempre impedito. Ma tutto torna. E questa volta sarà doloroso.

La Pandemia e la crisi economica
La Pandemia provocata dal virus Sars-Cov2 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. O meglio, è stato il soffio che ha fatto crollare quello che, senza errare, potremmo definire il “castello di carta”. Questa è la definizione corretta per il sistema economico che abbiamo creato: il sistema basato sulla creazione del denaro, un prodotto umano che toglie all’uomo la possibilità di esprimersi a pieno delle sue potenzialità. Un artificio umano che uccide la vita.

A causa dei lockdown imposti dai governi di quasi tutto il mondo, quasi 400mila imprese hanno chiuso i battenti, solo nel nostro Paese. Stiamo parlando di intere famiglie finite sul lastrico, che non hanno idea di come andare avanti. Stiamo parlando di migliaia e migliaia di persone che hanno perso il lavoro, e che probabilmente finiranno per essere costrette ad elemosinare un piatto caldo. Stiamo parlando di persone, di uomini e di donne, a cui è stata tolta la dignità. Secondo gli ultimi dati ISTAT, lo ricordiamo, oggi, nel nostro Paese, sarebbero circa 5,6 milioni gli individui in condizioni di povertà assoluta. Un dato allarmante, che descrive in maniera plateale il livello di corruzione morale ed etica che permea la nostra società. Una società senza futuro.

La Pandemia ha inoltre aumentato a dismisura il divario già ampio tra ricchi e poveri. Riportiamo qui alcune frasi estrapolate dal documento OXFAM del 2022, “La Pandemia della Disuguaglianza”: “La crescita della quota di ricchezza del top 1% ha mostrato nel 2020 il secondo più ampio incremento su base annua del XXI secolo (…) Ricorrendo a dati più granulari della List Forbes dei miliardari ed estendendo l’analisi fino alla parte conclusiva del 2021, si osserva come il patrimonio netto dei 10 miliardi più ricchi sia più che raddoppiato (+119%) (…) superando il valore aggregato di 1.500 miliardi di dollari, oltre 6 volte lo stock di ricchezza netta del 40% più povero, in termini patrimoniali, dei cittadini adulti di tutto il mondo”. E ancora: “Complessivamente, il periodo pandemico di riferimento (marzo 2020-novembre 2021) ha registrato un saldo netto positivo nel numero dei miliardari, passati da 2.095 a marzo 2020 a 2.660 nel mese di novembre 2021, con un incremento di 565 unità dall’inizio della pandemia: è apparso in questo periodo un nuovo miliardario ogni 26 ore. La ricchezza netta aggregata dei miliardari è aumentata in 21 mesi di oltre 5.000 miliardi di dollari in termini reali (…) L’1% più ricco, in termini patrimoniali, ha beneficiato del 38% del surplus di ricchezza. Appena il 2,3% del surplus è andato ad appannaggio della metà più povera della popolazione mondiale”.

L’inflazione
E la situazione è ancora peggiore oggi, con un’inflazione galoppante. I prezzi delle materie prime sono alle stelle, causa principale la riapertura dopo i lockdown imposti per contrastare la pandemia. Ma non è tutta qui la questione. Infatti, quello che stiamo vivendo oggi è solo l’effetto di politiche economiche monetarie scellerate portate avanti negli ultimi decenni, l’ultimo in particolare. A seguito della crisi del 2008, infatti, le principali banche centrali mondiali sono intervenute con le cosiddette operazioni di “Quantitative Easing”. In sostanza, si è proceduto alla creazione di trilioni e trilioni di euro, dollari, sterline, yen, che non hanno fatto altro che “pompare” un sistema finanziario già iperinflazionato di per sé. E tutta questa massa monetaria, ora, si sta riversando sul costo delle materie prime.

La conseguenza di tutto ciò è presto detta: in Europa, migliaia e migliaia sono le aziende in difficoltà, che hanno visto rincari di elettricità e gas pari rispettivamente a un +55% e un +41,8% solo nel primo trimestre 2022. Ciò significa che queste imprese, con una domanda in crollo da decenni soprattutto all’interno dell’Eurozona, e soprattutto nei Paesi periferici del Sud, non riusciranno a sostenere i costi. I fallimenti sono dietro l’angolo, e questo rischia concretamente di mettere in difficoltà un sistema bancario basato su livelli debitori altissimi. Se le imprese non ripagano i debiti aperti con le banche, infatti, gli istituti creditori rischiano tanto. Il sistema bancario nel suo complesso rischia tanto. E se il sistema bancario va in default, ciò potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova grande crisi. E, a meno che Stati e Banche Centrali non intervengano per riparare i danni e rattoppare gli strappi, sarà il disastro.

Una nuova economia
Ma tutto questo è solamente l’effetto di ciò che abbiamo accettato in questi decenni passati. Il sistema economico basato sulla produzione del denaro dal nulla ci ha portato a questo. Il sistema del consumo ci ha portati a questo, poiché ha esacerbato la nostra passività, e la nostra accettazione di un sistema criminale malato, che compie le peggiori atrocità anche e soprattutto alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti.

E’ necessario ristabilire ordine, progettando un nuovo sistema economico che metta l’Uomo al centro. Non il consumo. Non il denaro. Non il profitto. Ma l’Uomo. Eguaglianza, giustizia e distribuzione equa delle risorse dovrebbero essere i punti cardine di questo nuovo sistema, che deve avere come scopo principale e ultimo la felicità dell’essere umano. Per fare in modo che ciò si concretizzi, però, risulta fondamentale ed impellente un rinnovamento culturale, che ci faccia comprendere che i valori, quelli veri, purtroppo, ce li siamo scordati. Un rinnovamento culturale in cui la solidarietà e la cooperazione la faccia da padrone. E’ difficile, forse utopistico. Ma se non tentiamo, saremo complici di questo stato di cose. Perché, di nuovo, se tutto questo è stato possibile, la causa risiede soprattutto nella nostra accondiscendenza e nella tacita delega che abbiamo demandato a quelli che teoricamente dovrebbero essere i nostri rappresentati, ma che concretamente non lo sono più.

La rubrica L'angolo di Piras

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