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NEWS 248410di Giulietto Chiesa - 14 luglio 2015
La decisione dell'Eurozona sancisce cambiamenti irreversibili. Condanna a morte economica della Grecia e fine dello stato di diritto per l'Europa intera
Sono in molti a dire apertamente che ciò che si è consumato a Bruxelles il 13 luglio 2015 è stato un "colpo di stato". Realizzato con strumenti finanziari, con un ricatto dei forti contro i deboli, che implica e si regge su un atto di forza, su un'imposizione illegittima.
Anzi, è l'inizio della fine dell'Europa come entità che si proponeva di essere unitaria e si rivela ora un'accozzaglia di egoismi, che non è nemmeno possibile definire "nazionali", poiché sono stati dettati dalla frenesia del guadagno delle élites bancarie internazionali.
Un'Europa senza solidarietà e divisa, spaccata. Con la Germania (ma che dico?, con una parte della Germania; ma che dico?, con un partito tedesco - la CDU-CSU - guidato da un ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, che combatte contro la premier del suo partito Angela Merkel) che si trascina dietro sei stati dell'est, tutti antieuropei in sostanza, e che pretende di fare la lezione a tutta la restante Europa, per costringerla ad accettare il modello tedesco. Come ha scritto Yanis Varoufakis: "per mettere il timore di Dio nei francesi", costringendo la Grecia a uscire dall'euro".

Dunque la Grecia è stata usata, anche (non solo come la vittima sacrificale da esibire sulle piazze d'Europa, come l'avvertimento, come la gogna che attende tutti coloro che osassero ribellarsi in futuro), come una mazza ferrata per imporre la volontà dei banchieri tedeschi a tutti gli altri paesi.
Un'Europa che si comporta come un branco di lupi.
Questa Europa finisce insieme alla Grecia indipendente e sovrana.

E questa constatazione dovrebbe aprire una riflessione a tutte le forze europee, democratiche e che vogliono conservare le loro sovranità nazionali, sulla "questione tedesca". Per la terza volta, nella sua storia moderna, la Germania mette e repentaglio la pace nel continente. Un'Europa senza Germania è sempre stata impensabile. Ma una Germania che non è in grado di moderare la sua pulsione al dominio diventa il nemico di ogni idea europea comune.
Per quanto concerne la Grecia, la soluzione - mostruosa sotto ogni profilo - imposta a Tsipras, non è che una tappa verso un disastro, non solo economico. E' l'esistenza stessa della democrazia che è stata annientata.  Perfino la proprietà privata, dei singoli e dello stato, è stata cancellata. Con totale impudenza, quella del vae victis, la Germania ha preteso il controllo diretto di 50 miliardi di € di proprietà greche attraverso il KFW (Kreditanstalt Fur Wiederanfbau, Istituto di Credito per la Ricostruzione), che altro non è che una banca tedesca (80% dello stato e 20% dei  laender) e il cui presidente è Wolfgang  Schäuble.

Neanche una parola sulla ristrutturazione del debito. Che è un debito illegale e estorto con l'inganno e con la complicità dell'Europa e della Germania. Non c'è più nemmeno l'ombra dell'economia di mercato. Questa è rapina e violenza allo stato brado. Basta citare Paul Krugman quando dice che i membri della Trojka non sono "tecnocrati che spiegano ai greci ignoranti ciò che devono fare". Sono peggio: "sono dei  fantasiosi che non hanno rispettato nulla di ciò che sappiamo di macroeconomia, e che hanno sbagliato in tutto ciò che hanno fatto".
Un ultimo punto da mettere all'ordine del giorno, visto che la Grecia sarà costretta comunque ad affrontarlo nel prossimo futuro, ma che potrebbe riguardare anche l'Italia, la Francia, la Spagna e altri.
Lo ricavo leggendo le riflessioni postume di Varoufakis. Alexis Tsipras e Syriza non avevano comunque un piano "B". Che era l'uscita dall'euro. Non l'avevano perché non ce l'ha nessuno. Per uscire - ha scritto Varoufakis - bisognava creare una nuova moneta da zero. Costi enormi in assoluta emergenza. Almeno tre stabilimenti al lavoro a pieno ritmo. Quanto tempo? Nessuno lo sa, ma nel frattempo una tale decisione sarebbe stata preceduta dal "trasferimento all'estero di tutto il capitale esistente in Grecia". Con le banche chiuse. Senza euro, poiché la BCE avrebbe chiuso tutti i rubinetti.
Il soffocamento del paese sarebbe avvenuto in pochi giorni, con conseguenze sociali e politiche sconvolgenti. Sicuramente provocazioni, disperazione, disordini, sangue.

Questa è l'Europa, oggi. Bisogna prepararsi a uscirne, per tempo.

Fonte: it.sputniknews.com

Tratto da: megachip.globalist.it

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