di Giulietto Chiesa - 3 gennaio 2011
A proposito di WikiLeaks sarà utile vedere cosa ne pensava, a metà dicembre 2010, uno che di queste cose se ne intende. Non che, di questo “uno” dobbiamo fidarci e prendere per oro colato tutto ciò che dice, ma perché – come minimo – è interessante rilevare che ritiene utile dirne qualche cosa, invece di restarsene zitto, e acquattato nel silenzio.
Interessante anche che di queste sue dichiarazioni quasi non si sia trovata traccia nel mainstream, mentre esse riemergono dal web. Basta andare al canale su YouTube della PBS, il network “pubblico” statunitense.
È lì che possiamo ascoltare ancora le parole che il nostro “uno” - adesso possiamo rivelarne il nome, Zbignew Brzezinski - dichiarò, appunto a metà dicembre dell'anno appena terminato, in una trasmissione televisiva della PBS.
«Io penso che le questioni principali (riguardanti le rivelazioni di WikiLeaks, ndt) non siano quelle che hanno conquistato i titoli di testa. A chi interessa che Berlusconi sia descritto come un clown? Molti italiani ne sono consapevoli. A chi interessa se Putin è descritto come un alpha dog (il cane dominante di un branco, ndt)? Con ogni probabilità non gliene importa un fico secco.
La faccenda reale è: chi sta nutrendo WikiLeaks su questa faccenda?
Costoro stanno ricevendo un sacco di informazioni che, a prima vista, sembrano banali, senza connessioni, ma alcune cose appaiono sorprendentemente accurate... .
I ben mirati riferimenti ai leader arabi potrebbero avere come obiettivo quello di minare la loro credibilità politica in patria, a causa della rivelazione in pubblico della loro ostilità nei confronti dell'Iran. La qual cosa potrebbe, in effetti, in casa propria, ritorcersi contro di loro.
È piuttosto da chiedersi se WikiLeaks sia in effetti manipolata da parti interessate che si propongono sia di creare difficoltà alle nostre (americane, ndt) relazioni con altri governi, oppure puntano a indebolire certi governi, proprio perché le cose pubblicate sono state amplificate e sono particolarmente precise.
E io mi chiedo se, in sostanza, non ci si trovi di fronte a operazioni (ispirate) internazionalmente, da servizi d'intelligence, che stanno riempiendo di cose WikiLeaks, vedendo in questo un'occasione unica di metterci in imbarazzo, di mettere in difficoltà la nostra posizione, ma anche di danneggiare i nostri rapporti con determinati governi».
Cosa ci comunica, allora l'ex Segretario nazionale alla Sicurezza (ai tempi di Jimmy Carter)?
Quale può essere il servizio segreto che ha come obiettivo, al tempo stesso, di mettere in imbarazzo l'Amministrazione di Obama e i leader arabi? Quale può essere il servizio segreto che può avere amici così potenti e così informati, tali da potersi addirittura impadronire di una parte rilevante degli archivi del Dipartimento di Stato USA?
Vediamo un po'. La questione si potrebbe risolvere andando per esclusione, come sfogliando una margherita. Mi ama, non mi ama, mi ama, non mi ama. Sarà il servizio segreto cinese? O quello brasiliano? O quello del Camerun? Sfoglia che ti sfoglio, alla fine, resta solo un servizio segreto che può avere tutte le caratteristiche di cui sopra. Adesso facciamo un quiz. Chi indovina?
Ma prima di indovinare aggiungo un dettaglio. Nemmeno Brzezinski osa fare il nome, anche se ce lo lascia capire. Non fa il nome non solo perché non ha le prove (o non le può esibire). Non fa il nome perché quel servizio segreto fa paura anche a lui. Ecco perché possiamo escludere anche che sia il servizio segreto del Venezuela, quello del Burkina Faso, quello dell'Islanda.
Resta solo il Mossad. Per lo meno: io voto per il Mossad e se qualcuno ha una risposta migliore me la segnali.
E allora penso che tutto questo ricordarci che molti leader arabi vogliono bombardare l'Iran (vogliono che gli Usa, o Israele, bombardino l'Iran), se possibile domani, o dopo, significa soltanto che l'idea di un bombardamento sull'Iran è più matura che mai in questo decennale dell'11 Settembre 2001. Ne consegue che, questa volta, Zbignew Brzezinski è dalla parte – con la sua usuale freddezza – di coloro che paventano questa ipotesi. E ce l'ha voluto far sapere. Di questo, sentitamente, ringraziamo.
Tratto da: megachip.info