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In occasione dell'anniversario della strage di Pizzolungo che il 2 aprile del 1985 ha visto morire a causa di un'autobomba una giovane madre, Barbara Rizzo, ed i suoi due gemellini di sei anni, Giuseppe e Salvatore Asta, ripubblichiamo questo articolo in cui mettiamo in fila ciò che si nascondeva dietro quella strage che voleva colpire il giudice Carlo Palermo, giunto appena 50 giorni prima da Trento.
L'allora magistrato e gli agenti di scorta Raffaele Di Mercurio, Totò La Porta, Nino Ruggirello, a cui si aggiungeva l’autista della blindata Rosario Maggio, rimasero feriti salvati dall'auto su cui viaggiavano la donna ed i due bambini che la macchina del giudice stava sorpassando nel momento esatto in cui esplose l’autobomba.


Da Pizzolungo ai mandanti esterni di tutte le stragi

Carlo Palermo torna in libreria con "La Bestia"


di Giorgio Bongiovanni (22 ottobre 2018)


Tanto da magistrato quanto da avvocato la ricerca della verità è stata sempre il suo fine. Carlo Palermo, già giudice istruttore presso il Tribunale di Trento dal 1980 al 1985, anno in cui, da febbraio a ottobre, è stato sostituto procuratore presso la Procura di Trapani, ha scritto un libro (La Bestia - ed. Sperling & Kupfer) in cui ripercorre diversi accadimenti, a cominciare dalla strage di Pizzolungo, a Trapani, quella in cui morirono, al posto suo, la signora Barbara Rizzo e i suoi due figli, i gemellini di 6 anni, Salvatore e Giuseppe Asta, che stava accompagnando a scuola. Una vicenda che lo ha segnato profondamente. Anche dopo aver lasciato la magistratura, nel 1990, Palermo non ha smesso di indagare sui rapporti tra mafia e Stato ed anche se per l'attentato sono stati condannati boss mafiosi appare evidente che a voler eliminare il giudice non fosse solo Cosa nostra.


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Carlo Palermo © Imagoeconomica


In questa nuova pubblicazione vengono messi insieme una serie di elementi che evidenziano l'esistenza di una struttura occulta che regge le fila dei poteri politici, delle oligarchie finanziarie fino ai servizi segreti.
Come è scritto nella sinossi le sue ricerche prendono corpo quando, nel 2016, scopre che pochi mesi prima di morire Giovanni Falcone aveva curato un'operazione segreta: l'estradizione negli Usa di un terrorista arabo, il primo fabbricatore di autobombe realizzate con l'esplosivo militare usato per gli attentati di Pizzolungo, dell'Addaura e di via d'Amelio. Uno scenario che lascia prefigurare una possibile chiave di lettura per le stragi che si sono consumate in quegli anni. Ma Palermo, nella sua pubblicazione, non si ferma a questo. Rileggendo vecchie carte ed atti processuali rimasti negli archivi, sviluppa nuove ipotesi legando tra loro l'omicidio dell'onorevole Aldo Moro, l'attentato a Papa Wojtyla, le stragi mafiose del '92, i traffici di armi fra Est e Ovest e la diffusione dell'islam estremista. Un'analisi che arriva fino agli attacchi terroristici alle Torri gemelle e al Bataclan, a Parigi. Così vengono messi in fila una serie di fatti e collegamenti criminosi documentati che mettono in evidenza l'esistenza di un gioco occulto che coinvolge servizi segreti, poteri politici e finanziari, cosche criminali, ma in cui le regole sono dettate da una sorta di "direttorio internazionale" radicato nella massoneria "superiore".
Scrive Palermo che "le chiavi interpretative di questo complesso quadro sono massoniche. Sono nascoste nei palazzi del potere d'Italia, Francia, Svizzera, di Londra e New York". Ed è da questa prospettiva che prosegue l'inchiesta. Un libro da leggere, dunque, per capire e conoscere. E per conoscere di più basta anche seguire le vicende dell'inchiesta nel sito www.carlopalermo.net. Come annunciato dallo stesso autore qui verranno messe a disposizione le fonti documentali, anche quelle inedite, su cui si fondano le ricostruzioni descritte nel volume.

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