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I giudici di secondo grado: revocata la condanna per i rimborsi spese illegittimi e riconosciuta l'insussistenza del fatto

"Giustizia è fatta e la Verità trionfa sempre!”. Lo ha scritto su Facebook Antonio Ingroia, ex magistrato di Palermo e oggi avvocato assolto oggi dall'accusa di aver intascato illegittimamente 10 mila euro a titolo di rimborso spese nel periodo in cui, su nomina dell'ex presidente della Regione Rosario Crocetta, ricopriva la carica di liquidatore della società a capitale interamente pubblico ‘Sicilia e Servizi’. In primo grado l'ex magistrato, imputato di peculato, era stato condannato a un anno e dieci mesi con pena sospesa per i rimborsi e assolto per i 117mila euro percepiti a titolo di indennità di risultato. Ingroia era difeso dagli avvocati Enrico Sorgi e Mario Serio. Oggi la corte ha revocato la condanna per i rimborsi spese illegittimi e riconosciuto l'insussistenza del fatto per la riscossione dell'indennità di risultato. In primo grado la formula assolutoria era "perché il fatto non costituisce reato". Il collegio, presieduto da Adriana Piras, ha disposto la revoca della confisca delle somme di denaro decisa dal tribunale. "Finalmente - ha scritto Ingroia - si riafferma la verità, e cioè che negli anni in cui ho guidato la società ‘Sicilia Digitale’ l'ho fatto in modo pienamente legittimo, trasparente, serio ed efficace facendo risparmiare ai siciliani svariate decine di milioni di euro perché ho portato i costi della società da punte di cifre astronomiche da cento milioni l'anno fino ai sette milioni della mia gestione. In quegli anni ho denunciato gli sprechi e le precedenti cattive gestioni che avevano prodotto quel disavanzo che aveva fatto definire, prima del mio arrivo, la società come un 'carrozzone mangiasoldi' e l'ho salvata dal disastro che avrebbe coinvolto tutti i servizi pubblici siciliani trasformandola in una società sana e strategica per la Sicilia. Mi sarei atteso quanto meno un ‘GRAZIE’, invece mi sono trovato investito da una valanga di accuse del tutto infondate, e qualcuna persino ridicola, dalle quali mi sono dovuto difendere per anni e che sono state oggetto di un indegno sciacallaggio politico-mediatico, ma che oggi vengono spazzate via grazie a questa giusta sentenza della Corte d'Appello di Palermo". Nel post Ingroia afferma di voler "ringraziare i Giudici della Corte d'Appello di Palermo che con un'approfondita e attenta istruttoria dibattimentale hanno permesso alla verità dei fatti di affermarsi e che con serenità ed equilibrio hanno pronunciato questa sentenza di assoluzione con formula piena nei miei riguardi che ha cancellato ogni menzogna e calunnia diffusa in questi anni sul mio conto". "Quel che conta - ha concluso - è che giustizia è fatta e la verità alla fine trionfa, e perciò mi auguro che quegli organi di stampa che tanto rilievo diedero alle accuse contro di me prima che venissero confermate da una sentenza, oggi diano come minimo lo stesso rilievo a questa sentenza di assoluzione con formula piena emessa 'in nome del popolo italiano' che quelle accuse ha totalmente smentito. Alla fine di questi anni di gogna mediatica, come minimo mi aspetto delle scuse".

Fonte: facebook.com

Foto © Paolo Bassani

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