Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Funerali di Stato a uno che pagava la mafia

"Io non mi sento italiano. Ma per fortuna o purtroppo lo sono" cantava Giorgio Gaber. Ebbene, leggendo la notizia che per la giornata di oggi è stato proclamato il lutto nazionale, con tanto di funerali di Stato, per Silvio Berlusconi, sottoscrivo in particolare la prima: "Io non mi sento Italiano".
Come si può accettare una cosa del genere per un pregiudicato, per un corruttore, per un perverso puttaniere, per un "amico" di mafiosi?
E' inaccettabile nella consapevolezza che nel 1974, come confermato dalla Corte di Cassazione nel processo al suo braccio destro Marcello Dell’Utri (condannato per concorso esterno in associazione mafiosa), Silvio Berlusconi incontrò il capomafia più autorevole di Palermo, Stefano Bontade, per chiedergli protezione in quel momento storico in cui erano ordinari i sequestri di persona. Cosa nostra gli mise in casa lo "stalliere", boss di Porta nuova, Vittorio Mangano a garanzia.
Quel Vittorio Mangano che ha più volte, assieme a Dell'Utri, definito "eroe".
E' scandaloso che quell'imprenditore, poi divenuto anche Presidente del Consiglio per quattro volte, preferì rivolgersi alla mafia anziché allo Stato.
Chissà cosa dicono dalle loro tombe Totò Riina e Bernardo Provenzano, che si sentivano padroni dell'Italia e che non hanno avuto certo funerali pubblici, dopo essere stati usati e abbandonati al loro destino da quello Stato-mafia che avevano servito.
Loro "accompagnati" solo dai familiari. Berlusconi, che versava cospicue somme a Cosa nostra, "accompagnato" idealmente da un Paese intero.
No, non parteciperò al lutto nazionale per un uomo che si è sempre trincerato dietro all'omertoso silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere nei processi contro il suo "fedelissimo amico" Marcello, e al processo sulla trattativa Stato-mafia.
E non dimentico che Berlusconi muore mentre era indagato dalla Procura di Firenze, con l'accusa di essere stato mandante esterno delle stragi del 1993.
No, non mi sento italiano di fronte al mutismo delle grandi televisioni che, nella migliore delle ipotesi per pavidità e nella peggiore per complicità, evitano di ricordare questi fatti.
Non mi sento parte di questo Stato traditore, fascista, negazionista e criminale.
L'Italia sprofonda in un baratro profondo e nel fondo l'odore nauseabondo di m... è sempre più forte.
Per fortuna esiste anche un'Italia onesta, fatta di giovani, di lavoratori e lavoratrici, uomini e donne che credono nella forza di un cambiamento possibile e nella nostra amata Costituzione. E' per loro che vale ancora la pena lottare.

P.S. In queste ultime righe mi rivolgo a lei, Presidente Mattarella, portandole il massimo rispetto Istituzionale. Come familiare vittima di mafia dovrebbe capire il motivo di tanto sconcerto. Possibile che non prova vergogna per questi funerali di Stato?
"Mi scusi Presidente... Io non mi sento Italiano" cantava il profeta della musica Giorgio Gaber. Una canzone stupenda che le voglio dedicare, nella speranza che magari possa farla riflettere.

ARTICOLI CORRELATI

Quell'unica volta che incontrai Silvio Berlusconi
di Saverio Lodato

Muore Silvio Berlusconi. Si porta nella tomba i segreti dello Stato-Mafia
di Giorgio Bongiovanni e Aaron Pettinari

''Non temo Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me''
Il ricordo di una generazione cresciuta nel regno del Cavaliere

All'ateneo per stranieri di Siena nessuna bandiera a mezz'asta per ricordare Berlusconi

Salvatore Borsellino: ''Berlusconi sapeva verità sulle stragi del '92-'93''

Berlusconi santo dubito
di Giulio Cavalli

Il lascito del Cavaliere oscuro
di Luigi de Magistris

Poveri ma brutti

La stampa internazionale contrasta la narrazione di beatificazione di Berlusconi

Berlusconi porta con sé i misteri d’Italia

Collettivo Offline 'omaggia' Silvio Berlusconi con manifesti satirici dopo la sua morte

Stato-mafia, Berlusconi sceglie il silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere

 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos