Al sindaco di Palermo Roberto Lagalla verrà conferito il premio Empedocle in memoria di Paolo Borsellino
Al peggio non c’è fine. Con le assurde assoluzioni del processo Trattativa Stato-mafia in corte d’Appello; con la terrificante riforma della giustizia dell’ex ministra Marta Cartabia che nel nome dell’"improcedibilità" vanificherà il 50% dei processi (in barba alle richieste di verità e giustizia delle accuse e delle difese); e con il ritorno di Silvio Berlusconi in Parlamento (indagato a Firenze assieme all’ex braccio destro Marcello Dell’Utri come mandante esterno delle stragi del ‘93), pensavamo che la lotta alla mafia fosse già stata abbastanza bistrattata. Ma sbagliavamo.
Questo 2022, segnato dal trentennale delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, riserva un’altra amara sorpresa. Fra qualche giorno, infatti, ad Agrigento si terrà la premiazione della 28° edizione del premio internazionale “Empedocle” per le scienze umane dedicato alla memoria di Paolo Borsellino, a cura dell’Accademia di studi mediterranei agrigentina. E tra i destinatari ci sarà anche il sindaco di Palermo, il signor Roberto Lagalla. Sì, proprio l'ex magnifico rettore che da qualche mese siede sulla poltrona più alta di Palazzo delle Aquile grazie all’endorsement della mafia, o meglio del senatore Dell'Utri – condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa (pena scontata) - e dell'ex governatore Totò Cuffaro, già condannato per favoreggiamento alla mafia. Mai penseremo che tutti i cittadini che lo hanno votato siano mafiosi, ma è un dato di fatto che la mafia o chi per essa si è espressa. Ricordiamo, infatti, che alla vigilia delle ultime amministrative di Palermo ci sono stati due arresti con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso: Pietro Polizzi (Fi) e Francesco Lombardo (Fdi). Più precisamente, a Lagalla è stata assegnata la premiazione nella sezione “Paolo Borsellino: Giustizia e legalità”. Oltre a lui, il 26 novembre alle ore 16 - nella sala di Zeus del Museo Archeologico regionale - saranno premiati anche il cardinale Luis Antonio Gokim Tegle, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione; l’ambasciatore del regno del Marocco presso la Santa Sede Rajae Naji; e il giornalista e scrittore Marco Roncalli. Non sono ancora note le motivazioni ufficiali di tale riconoscimento, ma nel frattempo è lecito chiedersi quali siano le attività che hanno portato il sindaco di Palermo a ricevere questo premio. È stato forse premiato per non aver preso le debite distanze in campagna elettorale da soggetti condannati per reati di mafia, tornati a dettare il bello e il cattivo tempo della politica siciliana e nazionale (salvo dire "non sono degli ispiratori della mia candidatura”)? Oppure è stato premiato per aver strumentalizzato l’antimafia commemorando ogni vittima innocente di mafia dal giorno dell’insediamento ad oggi per pulirsi l’immagine dopo la sua discutibile campagna elettorale? Se fosse valida la prima considerazione, oltre ad essere scandaloso, confermerebbe che la nostra è una “Repubblica delle banane” fondata fin dal principio da un patto tra le istituzioni e la mafia. Se fosse corretta la seconda considerazione, invece, dimostrerebbe l’ipocrisia di certe premiazioni che alimentano un’antimafia priva di concretezza. Commemorare le vittime innocenti di mafia, a maggior ragione se si è Sindaco di Palermo, è innanzitutto un dovere civile e morale. Inoltre, se l’oggetto della premiazione fosse veramente le commemorazioni il premio andrebbe destinato anche al suo ufficio stampa, sempre pronto e attento a “cinguettare” due righe di cordoglio in memoria dei caduti di mafia in assenza del Primo Cittadino. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma al netto delle opinioni personali vi è il limite della decenza e del decoro. E coronare il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla in ricordo del giudice Paolo Borsellino – per un motivo ancora non chiaro – è un’offesa alla memoria. Siamo indignati e sposiamo il sentimento di indignazione che pochi giorni fa hanno espresso Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e Alfredo Morvillo, ex magistrato e fratello di Francesca Morvillo, quando hanno disertato la "Giornata conclusiva dell'anno di commemorazione delle stragi di Capaci e Via D'Amelio" perché era presente sia Lagalla sia il presidente della Regione Renato Schifani (anche lui caldeggiato da Dell’Utri e Cuffaro). Personaggi che, come ha commentato Salvatore Borsellino, “non hanno mai apertamente preso le distanze, dissociandosi, dall'appoggio che figure, dichiaratamente in odor di mafia o addirittura condannate per mafia, hanno manifestato loro durante la recente campagna elettorale”. Detto ciò, viene da chiedersi: dove vivono gli organizzatori di questa premiazione? Sulla Luna? Qual è il senso della premiazione di un soggetto divenuto Sindaco grazie ai voti della mafia? È così che si onora la memoria di Paolo Borsellino? Cosa vorrebbe esprimere questo premio? Si gradiscono delucidazioni.
Rielaborazione grafica by Paolo Bassani
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