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Il Presidente fascista Ignazio La Russa tenta di ostacolarlo

Ieri in Senato era il giorno del dibattito sulla fiducia al neonato Governo di centrodestra. Tra i banchi dell'opposizione siedeva l'ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, eletto a Palazzo Madama tra le file del Movimento Cinque stelle. Un intervento, quello dell'ex magistrato, particolarmente diretto e schietto ripercorrendo fatti e misfatti della storia, ricordando gli atti di “depistaggio delle stragi neofasciste” negli anni della strategia della tensione, ma ha anche ricordato alla Presidentessa Giorgia Meloni le sue vecchie posizioni contro il reato di tortura per i fatti del G8 di Genova. Ha puntualizzato il dato concreto che, al di là di tante parole e promesse, la mafia è ben lontana dall'essere debellata.
Con parola ferma stava affermando una verità che in molti vogliono dimenticare, ovvero che al Governo c'è un partito che ha come leader un uomo (Silvio Berlusconi, ndr) che ha avuto "rapporti pluriennali con la mafia" e che ha tra i fondatori un uomo della mafia, ovvero Marcello Dell'Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Era ovvio che la controparte di centrodestra non avrebbe gradito.


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Il presidente del Senato, Ignazio La Russa © Imagoeconomica


Lo ha mostrato animosamente tra i banchi Giulia Bongiorno, che fu l'avvocato dell'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti, processato per mafia (reato commesso, ma estinto per prescrizione, ndr).
Lo ha mostrato l'arrogante replica, incompetente ed inconcludente della neo Premier Giorgia Meloni, che ha parlato di "teoremi" e "processi fallimentari", citando il "depistaggio nel primo giudizio sulla strage di via d'Amelio", quasi a volergli attribuire qualche responsabilità nello stesso, laddove lo stesso magistrato si è occupato del processo solo da Procuratore generale promuovendo la revisione del processo per gli innocenti condannati per l’omicidio di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta.
Ma il peggio del peggio lo ha mostrato il Presidente del Senato Ignazio La Russa che, mostrando tutto il proprio “animo fascista”, ha tagliato brutalmente il tempo al senatore Scarpinato, dopo uno sforamento di appena un minuto e 10 secondi, mentre agli altri senatori aveva concesso sforamenti superiori ai due minuti e più.
E non è sembrato un caso che la ‘tagliola’ del microfono spento è giunta  proprio nell’esatto momento in cui Scarpinato stava ricordando la condanna definitiva per l’ex senatore Dell’Utri.
Ma del resto che cosa ci si può aspettare da chi in casa sua non ha mai temuto di esibire davanti alle telecamere una collezione di busti di Mussolini, medaglie degli arditi e altri cimeli?


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La senatrice Giulia Bongiorno © Imagoeconomica


Da Segretario regionale, ricordiamo, non disdegnava di sfilare accanto ai suoi camerati fuori dalle scuole e nelle piazze milanesi armati di catene, coltelli e bombe a mano.
E' noto che il “picchiatore” La Russa, a differenza della Meloni che negli ultimi giorni ha preso le distanze nei confronti dei regimi antidemocratici (“Fascismo compreso”), è uno di quelli che ha sempre sostenuto che “nel fascismo ci sono state molte luci”.
Ma "non bastano né le prese di distanze dal fascismo - ha scandito Scarpinato - né la neo condiscendenza del presidente La Russa nel dichiarare chiusi i ponti con il passato per instaurare una nuova fase di riconciliazione nazionale". Questa, per il senatore ed ex magistrato, “sarà possibile solo quando ci sarà verità sulle stragi del neofascismo e verranno esclusi dal vostro Pantheon taluni personaggi”. “Resta viva - ha detto Scarpinato - la preoccupazione sul vostro voler mettere mano alla Costituzione” con la riforma del “presidenzialismo che potrebbe rivelarsi una ritorsione autoritaria” che porterà “all’uomo solo al comando.
Quanto alla sua dichiarata intenzione di mantenere una linea di fermezza nella lotta contro la mafia - ha continuato l’ex pg di Palermo - mi auguro che valga anche contro la mafia dei colletti bianchi, che va a braccetto con la corruzione. La mia perplessità si regge sul fatto che la vostra maggioranza si regge anche su una forza politica il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali coi mafiosi e che ha tra i suoi soci fondatori Marcello” Dell’Utri.


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La neo premier Giorgia Meloni © Imagoeconomica


In aula la polemica è stata inevitabile.
Con Scarpinato che ha polemizzato per la 'tagliola'.
“Ha dato più di due minuti ad altri? - ha chiesto Scarpinato - Se lei non ci tiene io posso concludere qui, Presidente. Evidentemente non è gradito”.
Il tutto era così evidente e grave che alla fine il Presidente del Senato non ha potuto far altro che ridare la parola all'ex magistrato che ha concluso: Vede, presidente noi siamo le nostre scelte, le scelte che compiamo, e lei da tempo ha scelto da che parte stare, non dalla parte degli ultimi, non dalla parte della Costituzione e dei suoi valori di eguaglianza e di giustizia sociale, non dalla parte dei martiri della Resistenza e di coloro che per la difesa della legalità costituzionale hanno sacrificato la propria vita".
Da uomo delle istituzioni, Roberto Scarpinato, ha da sempre cercato di dissipare il puzzo delle molte bugie che vengono raccontate e che ancora oggi rappresentano materiale prezioso per chi vuole nascondere la verità.
Una verità scomoda. E che irrita i tanti “alfieri del Gattopardo” che ancora oggi siedono nei palazzi della politica.

Per leggere l'intervento integrale del Senatore Roberto Scarpinato: clicca qui!

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