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Il delitto è avvenuto a Pedro Juan Caballero, città roccaforte della mafia paraguaiana e brasiliana

La mano criminale paraguaiana ha sferrato sul giornalismo locale un colpo preciso dai connotati che lasciano senza parole. La foto di copertina riflette crudamente la portata dell'attentato contro l’operatore della stampa Humberto Andrés Coronel Godoy, 32 anni, a mezzogiorno di questo martedì 6 settembre all’ingresso della sede di radio ‘La Voz de Amambay’, dove lavora. Due sicari a bordo di una motocicletta lo hanno atteso in strada di fronte alla stazione radio e, scattato il segnale, hanno tirato fuori le loro pistole di grosso calibro ed in pochi secondi gli hanno sparato a bruciapelo, lasciandolo agonizzante vicino alla sua automobile. L'attacco, secondo la prima ricostruzione, fa seguito a delle minacce di morte di cui lui e il suo collega di lavoro, Gustavo Manuel Baez, erano stati oggetto appena due mesi fa.
Nelle viscere di una città, Pedro Juan Caballero, corrosa e dominata dal narcotraffico, nel dipartimento di Amambay, il collega Coronel èil ventesimo giornalista assassinato dalla instaurazione della democrazia nell'anno 1989. Il primo avvenne due anni dopo, nel 1991, la quando criminalità organizzata colpì a morte il giornalista Santiago Leguizamón dando inizio allo sconvolgente elenco di vittime nel mondo del giornalismo paraguaiano che si susseguono fino ad oggi. Da non dimenticare, inoltre, che ci sono altri due attentati mortali precedenti l'episodio di Coronel, come l’uccisione del nostro redattore Pablo Medina, avvenuta il 16 ottobre 2014 nel dipartimento di Canindeyú, e del collega Leo Vera, il 12 febbraio 2020 sempre a Pedro Juan Caballero.


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Le informazioni che giungono alla nostra redazione ci hanno colpito nel più profondo. Apprendere che un nuovo lutto ha colpito gli operatori della stampa, in quella regione del cono meridionale del nostro continente in mano letteralmente delle bande criminali proprie e del territorio brasiliano, ci fa tremare, di rabbia.
Quella rabbia che ci gela il sangue, perché non si tratta di una violenza isolata, ma piuttosto, nel vero senso della parola, di una sistematica pratica di sangue contro chi lavora diffondendo verità su corruzione e criminalità ad opera di personaggi della vita pubblica locale e del resto del paese, funzionale ad una logica mafiosa che dimostra come il Paraguay sia fagocitato dalla criminalità in ogni suo settore.
La popolazione di Pedro Juan Caballero piange la perdita, non solo di un giornalista - la cui famiglia vive le ore buie del lutto e dell'angoscia - bensì di un'identità cittadina che già da molti anni sta venendo meno a causa dei molteplici episodi di sangue ad opera di sicari, sotto il comando dei potenti uomini della mafia che in ogni angolo del territorio paraguaiano non hanno fatto altro che seminare di cadaveri le terre colorate della denominata zona della “Triple Frontera”, da tempi remoti roccaforte criminale.
La stampa locale, informata di quanto accaduto alle porte della radio la Voz de Amambay, ha condannato il crimine segnalando, inoltre, che al momento dell'attentato, l’agente di polizia che usualmente era di guardia all’ingresso della  radio, in quel momento era assente.
Complicità? Un mero fatto fortuito? Sono più le domande che le risposte, perché le minacce contro Coronel ed il suo collega di lavoro non erano state ignorate. Tutti nella stazione radio erano a conoscenza delle intimidazioni. E se la gente lo sapeva, le autorità di Polizia anche. È stato fatto qualcosa a riguardo? Non mi sembra.
Il crimine in Paraguay si muove sempre sotto il manto dell'impunità. Sottomette le volontà e raccoglie influenze per poi tirare fuori gli artigli. Questo è successo davanti alla radio dove lavorava Coronel, a Pedro Juan Caballero.


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La vittima, che aveva anche una pagina Facebook denominata Mbykimi Noticias, lo scorso giorno 10 giugno insieme al suo collega Gustavo Manuel Báez Sánchez, di 18 anni, denunciò davanti al 7° Commissariato di Pedro il ritrovamento di una nota minatoria indirizzata ad entrambi.
I giornalisti spiegarono alle autorità che uscendo dalla propria abitazione per andare al lavoro, Gustavo Báez trovò nel portone della sua abitazione un cartone con la seguente iscrizione “Sabe muitas cosas, vamos a ir pagando a que sabe muito. Gustavo Umbertito”.
Una circostanza alquanto inusuale le minacce sotto questa modalità, perché i mandanti dei sicari - la maggior parte delle volte - dispongono gli omicidi senza lettere di presentazione scritte come quella utilizzata per intimorire Coronel e Báez. Si è appreso che entrambi i giornalisti stavano lavorando su un tema estremamente preoccupante per il sistema mafioso operante a Pedro Juan Caballero. Un dettaglio non banale, che sicuramente farà parte delle indagini che si svolgeranno per far luce sull’omicidio. 

Sindacato di Giornalisti del Paraguay
L'onda di ripercussioni, di ferma condanna del crimine, non si è fatta attendere e ha interessato specialmente i circoli giornalistici. Ad esempio, portavoci del Sindacato di Giornalisti del Paraguay (SPP) Regionale Amambay, hanno manifestato pubblicamente la loro solidarietà ai colleghi minacciati ed oggi, dopo l’omicidio, lo hanno fermamente condannato chiedendo con forza un'investigazione seria e responsabile, per portare sicari e mandanti davanti alla Giustizia. Inoltre hanno sollecitato che siano attivati i protocolli di protezione per tutti i lavoratori della stampa e le loro rispettive famiglie.

Narco Stato
È il Paraguay di oggi, dove i giornalisti sono alla mercé di una logica mafiosa. Il Paraguay è un paese che è già praticamente un Narco Stato. E non è da fuori di testa pensarla così. Le evidenze tragiche degli ultimi mesi rendono visibile l'orrore. Ed una di queste tragedie ha fatto il giro del mondo, come emblema della mafia del narcotraffico transnazionale: mi sto riferendo all’omicidio in Colombia del pubblico ministero paraguaiano Marcelo Pecci.
Il Paraguay crolla. Il Paraguay è un paese del Sud-America più noto per la sua criminalità che per la sua onestà istituzionale. Il Paraguay sembrerebbe sottomettersi alla corruzione pubblica, generalizzata.
Tutto estremamente riprovevole e vergognoso, ma anche molto oscuro. Paraguay, ci fa male.

Foto di copertina: 1000noticias.com.py

Foto 2: futurafm97.com

Foto 3abc.com.py

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