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Apprendiamo dalla stampa che ieri Maria Fida Moro, intellettuale, ex senatrice e primogenita dell'on. Aldo Moro, presidente della Dc ucciso dalle Brigate Rosse e dallo Stato terrorista il 9 maggio del 1978, accompagnata dal segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa, è intervenuta a Palermo alla manifestazione per la presentazione della lista dell'Udc al consiglio comunale e della candidatura a sindaco di Roberto Lagalla.
La figlia dello statista democristiano ha anche rilasciato una dichiarazione affermando che "le elezioni amministrative devono essere l'occasione per tornare finalmente alla politica".
Come avranno visto i nostri lettori, lo scorso 23 maggio Maria Fida Moro è stata ospite del convegno da noi organizzato a Palermo "Uccisi, traditi, dimenticati" in occasione delle commemorazioni per la strage di Capaci.
Il suo è stato un intervento sicuramente profondo, di alto valore culturale, umano ed anche spirituale.
Detto questo, però, vista la presa di posizione politica, di cui non eravamo a conoscenza, non possiamo che affermare la nostra contrarietà ad una simile scelta.
Fermo restando che ognuno può avere legittimamente le proprie idee, ci corre l'obbligo di distanziarci da questa azione politica. Perché è un dato di fatto che il candidato di centrodestra, Roberto Lagalla, ha l'appoggio dichiarato di due condannati per mafia: Marcello Dell'Utri e Totò Cuffaro.
Entrambi si sono spesi in primissima persona per appoggiare la candidatura a sindaco per il centrodestra dell'ex magnifico rettore.
Noi non dimentichiamo che Dell'Utri è tutt'oggi indagato assieme a Silvio Berlusconi come mandante delle stragi del 1993. Non dimentichiamo che Dell'Utri è stato condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa ed è scritto in sentenza che è stato il garante e primo artefice di un patto intervenuto tra l’allora imprenditore Berlusconi e Cosa nostra almeno fino al 1992.
Non dimentichiamo che Cuffaro è stato condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato a elementi di Cosa nostra e rivelazione di segreto di ufficio.
Noi speriamo davvero che l'onorevole Maria Fida Moro possa rivedere la propria posizione, ravvedendosi e rendendosi conto dell'errore fatto. Altrimenti non possiamo che prendere atto. Del resto, nel recente passato, abbiamo già avuto modo di vedere che parenti vittime di martiri delle stragi di mafia o di terrorismo, possano essere abbagliati lungo il percorso.
Noi crediamo che l'insegnamento più grande, rispetto al rapporto mafia-politica, lo abbia lasciato Paolo Borsellino laddove invitava i partiti politici ad assumersi la responsabilità "facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati”. Una lezione che evidentemente nessuno vuole imparare. Neanche i parenti dei martiri della nostra storia.

Tra i presenti in foto: la primogenita dello statista Aldo Moro, Maria Fida; il candidato sindaco Roberto Lagalla; il leader Udc Lorenzo Cesa; e l’assessore regionale Mimmo Turano (foto tratta da blogsicilia.it)

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