La sua solidarietà a Nino Di Matteo
Il giudice Ferdinando Imposimato l’ho conosciuto a Caserta, all’epoca ero un giovane studente militare. L’ho visto piangere al funerale del fratello Franco, sindacalista ucciso l’11 ottobre 1983 da una rappresaglia della banda della Magliana, con la complicità della camorra e di Cosa Nostra, volta a intimorire il giudice. Ferdinando Imposimato era infatti stato minacciato di morte più volte per le sue inchieste contro la criminalità organizzata e le Brigate Rosse. Ho fatto amicizia con lui solo 20 anni dopo, negli anni ‘2000, quando mi ha dato l’onore di intervistarlo. Siamo scesi subito in confidenza, da buoni uomini del sud (lui campano e io siciliano), ci siamo dati del tu e siamo diventati amici. Ferdinando ha scritto un libro straordinario “La Repubblica delle stragi impunite” (Newton Compton Editori) in cui analizza e illustra, in modo cartesiano, quella che fu la linea rossa che va dalla bomba di Piazza Fontana alle stragi del 1992. Un libro che i più giovani dovrebbero studiare a fondo, perché specchio delle sue inchieste, come al solito osteggiate e criticate, come lo fu lui, che tuttavia ha mantenuto la schiena dritta fino all’ultimo giorno della sua vita. Oggi vogliamo ricordare una lettera profonda e sentita scritta da Ferdinando esattamente 6 anni fa, il 29 settembre 2015, che con emozione riportiamo integralmente. Una lettera di stima e affetto che il magistrato scrisse in solidarietà al collega Nino Di Matteo, al tempo anche lui particolarmente osteggiato e ostacolato da quel sistema che non vuole che certe verità vengano alla luce.
Carissimo Nino Di Matteo,
Ferdinando Imposimato
*Tratta dal Facebook di Ferdinando Imposimato scritto in data 29 settembre 2015
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