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di Giorgio Bongiovanni

Sembra davvero esserci un vento nuovo all'interno della magistratura. Per anni, nonostante i continui attacchi, le delegittimazioni, le minacce ripetute, le intimidazioni, e le condanne a morte ricevute dal magistrato palermitano Nino Di Matteo, i più alti vertici istituzionali della magistratura, Anm e Csm, sono stati spesso silenti, con sporadiche espressioni di solidarietà.
Non questa volta. Con un comunicato la Giunta Esecutiva Centrale dell'ANM è intervenuta in maniera chiara e netta: "Le notizie di stampa su iniziative dei gruppi criminali dirette ad attentare alla vita del collega Nino Di Matteo - il cui impegno nel contrasto alla criminalità mafiosa lo espone da anni a seri pericoli per la sua incolumità - destano forte preoccupazione e pongono all'attenzione generale la questione delle mafie e della loro persistente vitalità nonostante gli sforzi sino ad oggi compiuti da magistratura e forze dell'ordine nell'attività repressiva". E poi ancora: "Molto è stato fatto ma il fenomeno criminale è tutt'altro che sconfitto. Gli inquietanti segnali che provengono dagli ambienti carcerari, e di cui ora si ha pubblica notizia, impongono un serio approfondimento della vicenda, anche e anzitutto sul piano della prevenzione. Nell'esprimere piena solidarietà e vicinanza al collega Nino Di Matteo, la Giunta confida che nulla sarà tralasciato dagli organi competenti per assicurarne la massima tutela".
Un momento storico importante, sicuramente, che dimostra come la stessa magistratura, capace di guardare al proprio interno ed estirpare le mele marce, da Palamara in giù, il vento sta cambiando.

Foto originale © Imagoeconomica


anm solidarieta anm 20210626

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