Il boss Rocco Morabito e la 'Ndrangheta sarebbero dietro al grande traffico
*Dai nostri inviati. Circa 800 chili di cocaina purissima, accuratamente avvolti in panetti di nylon e sistemati in borse nascoste nei bagagliai di veicoli a chilometro zero importati dal Brasile via nave, sono stati trovati nel porto di Montevideo e in un deposito della zona ovest della capitale dell'Uruguay. Destinazione finale della droga era l'Europa.
Secondo fonti ufficiali, i funzionari della dogana avrebbero notato che le sospensioni dei veicoli erano palesemente sotto sforzo, scoprendo in questo modo le borse con la cocaina, che nel mercato europeo avrebbero potuto fruttare una somma parti a 150milioni di euro.
Quale potente organizzazione ci sarebbe dietro questo carico intercettato in Uruguay?
Basta unire i puntini, considerando il curriculum del sistema criminale integrato e il regime di monopolio del narcotraffico mondiale che vede la 'Ndrangheta come protagonista, per capire fino a che punto l'organizzazione mafiosa italiana potrebbe essere strettamente coinvolta nel carico in questione. E può essere ipotizzabile che ciò sia avvenuto anche grazie alla complicità di personaggi locali e del sottomondo della malavita sudamericana.
Ma da dove proviene la cocaina? Facile pensare che venga da Colombia o Bolivia. E ovviamente, a giudicare dai fatti, l'Uruguay sarebbe nuovamente coinvolto come Paese di transito nella rotta della cocaina, diretta a diversi paesi europei.
Una considerazione non a caso espressa dal Procuratore Dr. Jorge Díaz, dopo la notizia del ritrovamento della droga.
Il sequestro dell’ingente carico è il risultato di una accurata indagine alla quale hanno preso parte funzionari della Dirección General de la Represión del Tráfico Ilícito de Drogas (Dgrtid), il Comando de la Prefectura Nacional Naval e, per il Ministerio Público, il pubblico ministero Mónica Ferrero, e il Giudice giurisdizionale.
Il porto di Montevideo, Uruguay
Dopo le procedure di rigore, gli investigatori hanno avviato una serie di verifiche e di operazioni per determinare i diversi aspetti relazionati con il carico: origine, in che modo sia entrato in Uruguay ed altri aspetti inerenti alle modalità operative del narcotraffico.
Nonostante la segretezza delle indagini, è emerso che gli operatori giudiziari intervenuti nel luogo del sequestro hanno trovato delle borse con il marchio MR, che farebbe intendere che il laboratorio dove la cocaina è stata processata, potrebbe essere colombiano o boliviano. Le autorità stanno indagando a riguardo.
Nelle ultime ore, lo stesso Ministro dell'Interno Dr. Jorge Larrañaga ha detto che la cocaina non era destinata all'Uruguay, bensì all'Europa, probabilmente Spagna o Germania, e che nel deposito della zona ovest di Montevideo sono stati rinvenuti 640 panetti di droga all’interno dei veicoli, ed i rimanenti nelle automobili ubicate nel Porto della capitale.
Le indagini puntano a definire gli aspetti illeciti propri delle importazioni dei veicoli, ed a stabilire che questi erano stati introdotti a bordo di una nave nel porto montevideano e partita dal porto di Santos.
La nave, che trasportava 900 veicoli, aveva fatto in precedenza scalo a Zárate per poi approdare finalmente a Montevideo.
Non dimentichiamo che in questi porti, di Santi, di Zárate e di Montevideo, sono già stati trovati in altre occasioni ingenti carichi di cocaina.
In tal senso, il Pubblico ministero di Corte Jorge Díaz, consultato dalla stampa, ha segnalato, con un accento di preoccupazione, che apparentemente l'Uruguay ancora una volta “starebbe formando parte della rotta della cocaina".
Guardando alle indagini più recenti il contesto in cui certi traffici sono stati condotti è assolutamente evidente come tutto indichi il ruolo da protagonista rivestito dalla 'Ndrangheta, sempre più un grande e grave problema per il governo uruguaiano e per i governi dei Paesi della regione.
La presenza, ormai da molti anni, di Rocco Morabito nel territorio uruguaiano, fino all'arresto del 2017 e la fuga successiva, è evidenza innegabile del grado di incidenza che ha quell'organizzazione calabrese, in Uruguay e nella regione.
Stavolta solo una mera e pura coincidenza, accompagnata all'onestà di un funzionario della Dogana di Montevideo, ha fatto scoprire un carico immenso di droga, quasi una tonnellata, per un valore approssimativamente di 150 milioni di euro nel mercato europeo e statunitense. E solamente una grande organizzazione criminale a livello mondiale può fare questo tipo di traffico.
Le organizzazioni che hanno questo potere sono Cosa Nostra, la 'Ndrangheta, ed i cartelli colombiani e messicani. Nessun altro.
E se, come sembra, la destinazione del carico era effettivamente l'Europa, è facile pensare che i produttori siano i narcos della Colombia e della Bolivia.
Nessun dubbio, invece, che a gestire la distribuzione, vendita e riscossione di denaro è senza dubbio la mafia italiana.
Negli ultimi anni ci sono stati diversi sequestri di droga nei porti europei e in quello di Gioia Tauro. Tonnellate di droga pronte a giungere sul mercato. Questo ci dimostra l’immenso potere economico criminale delle grandi organizzazioni mafiose.
In questo caso è stato possibile intercettare il carico per una coincidenza. Quante volte non è avvenuto? Una domanda che meriterebbe una risposta.
Perché chiedersi chi controlla il traffico di droga nel Paese è un fatto ovvio tenuto conto che qui Rocco Morabito, grande boss e capo calabrese, ha trascorso un lungo tratto di carriera criminale ed è stato latitante.
Fu arrestato, ma è anche riuscito a fuggire. Nonostante ciò il traffico di droga non si è mai fermato.
Dov’è Morabito? Può essere che si trovi in Alaska o a Carrasco, quartiere ricco di Montevideo. Nessuno lo sa, nessuno lo ha visto, nessuno lo controlla, e qualcuno lo protegge. Qualcuno dentro lo Stato-mafia uruguayano.
È scientificamente dimostrato da prove giudiziarie, dai magistrati italiani, che non si può gestire un traffico di questa portata se non c'è una cellula con un capo della mafia in loco.
E Rocco Morabito è qui che è latitante. Questo traffico si può fare perché lui è qui che aleggia. Ma se non c'è un capo della mafia italiana, queste tonnellate non passano. Una tonnellata passa solo se ci sono grandi capi del cartello mondiale della droga, uno dei grandi e curiosamente, da quando è fuggito, quanta droga è passata? Purtroppo l'Uruguay è un luogo di transito.
Per concludere, ricordiamo che questo è il secondo grande sequestro di droga realizzato dalle autorità uruguaiane nelle ultime 48 ore: lo scorso martedì 9 di questo mese, sono stati sequestrati 174 kg. di pasta base provenienti dal Brasile (un milione e 740 mila dosi), per un valore di 2 milioni di dollari.
Foto interne: it.wikipedia.org / www.subrayado.com
ARTICOLI CORRELATI
'Ndrangheta, Cosa nostra e il sistema criminale integrato
Intervista al pm Giuseppe Lombardo: a volere morto Di Matteo sono i capi invisibili della mafia
di Giorgio Bongiovanni
Gratteri: ''I miliardi del narcotraffico possono alterare una democrazia''
Intervista al Procuratore capo di Catanzaro
di Giorgio Bongiovanni ed Aaron Pettinari
La Finanza Criminale padrona del mondo
di Giorgio Bongiovanni
Dia: ''Catania, hub cruciale per narcotraffico''
Affari, droga e alleanze. Come si è mossa la 'Ndrangheta nei primi mesi di Coronavirus
Dia: ''La 'Ndrangheta è la padrona globale del narcotraffico''
Il narcotraffico in Nicaragua, Honduras e Guatemala
Narcotraffico: chi è Tse Chi Lop, il nuovo ''El Chapo'' cinese alla conquista dell'indo-pacifico
Il fatturato (stimato) biennale del narcotraffico in UE