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di Giorgio Bongiovanni e Jamil El Sadi

Nell'intervento al Senato del premier manca la lotta alla mafia

"Il primo pensiero che vorrei condividere, nel chiedere la vostra fiducia, riguarda la nostra responsabilità nazionale. Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini". Sono queste le parole con cui oggi il Neopresidente del Consiglio, Mario Draghi, ha aperto il suo discorso al Senato. Un intervento lungo, arricchito da tanti numeri e percentuali, i cui temi hanno spaziato dall'economia al futuro, dall'ambiente alla parità di genere, dall'Europeismo all'Atlantismo.
Se molti argomenti trattati sono discutibili, non si può essere in disaccordo con le parole del premier quando ha fatto riferimento alla pandemia e all'impatto che la stessa ha avuto sul tessuto economico e sociale del Paese.
Dall'avvento del Covid-19, infatti, ci sono stati "92.522 morti, 2.725.106 cittadini colpiti dal virus, 2.074 ricoverati in terapia intensiva, 259 morti tra gli operatori sanitari e 118.856 quelli contagiati", ha ricordato Draghi. Siamo anche in sintonia con le parole cha ha pronunciato circa l'importanza della tutela delle fasce più deboli della società, tra cui i giovani: "Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti".
Condividiamo, inoltre, le parole che il Presidente Draghi ha pronunciato citando Papa Francesco parlare di clima e ambiente: "Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l'opera del Signore”.
Anche di questo condividiamo molto, ma non tutto.
"Ahinoi", però, con grande rammarico dobbiamo constatare che il Presidente del Consiglio non ha pronunciato una sola volta la parola “Mafia”. Neanche per errore. E ci domandiamo: Perché? In Italia, per caso, siamo immuni alla lotta alla mafia?
Come ha scritto Saverio Lodato (scrittore e nostro editorialista): "In Italia, la mafia c’è e Draghi lo sa benissimo. Come dovrebbe sapere che senza lotta alla mafia, l’Italia non va da nessuna parte".
Questa lacuna non solo lascia l'amaro in bocca, bensì riteniamo sia un’offesa morale (se non peggio) ai danni dei parenti delle vittime innocenti di mafia. Un isolamento inflitto a tutti coloro che ogni giorno rischiano la vita per debellare il cancro mafioso dal tessuto economico, sociale e politico del nostro Stato. Un'offesa all'intelligenza e alla memoria di chi è caduto per combattere il sistema criminale.
Infine, sottolineiamo ancora una volta (all'ennesimo Presidente del Consiglio) che, fino a quando la lotta alla mafia a livello economico, istituzionale e imprenditoriale (oltre a quello militare) non sarà l'architrave della politica italiana, il nostro Paese sarà destinato a soccombere e rimanere senza democrazia.
Ora spetta al Presidente Draghi e al suo "Governo del Paese" decidere che farne della lotta alla mafia!

Foto © Imagoeconomica

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