Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria a Lavialibera: "Rischio di creare un sistema bancario parallelo"
“La droga può anche non lasciare tracce, il denaro le lascia sicuramente” è la frase che Giovanni Falcone amava ripetere a proposito delle indagini sui traffici di stupefacenti, prima di essere ucciso quel 23 maggio '92 insieme alla moglie Francesca Morvillo ed agli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Il magistrato palermitano aveva compreso già allora come la via più breve per arrivare alla mafia fosse quella di seguire la “scia” dei soldi, gli assegni e i documenti finanziari, arrivando a svelare intrecci e scambi di interessi tra mafia, politica ed economia.
Con la globalizzazione ed un universo finanziario che si è via via allargato anche l'orizzonte della mafia è diventato sempre più mercatista e proiettato in una logica sempre più internazionale e, anche grazie alla crisi, capace di infiltrarsi in ogni settore.
Proprio pochi mesi fa, in un'informativa della Squadra mobile di Reggio Calabria allegata agli atti del processo contro le cosche di Sant'Eufemia d'Aspromonte scaturito dall'operazione "Eyphemos", era emerso come uomini di 'Ndrangheta, Camorra e Cosa nostra volessero riciclare 136 miliardi di euro grazie all'aiuto di un broker, Roberto Recordare, indagato per associazione mafiosa e riciclaggio.
Un soggetto capace, a suo stesso dire (come captato nelle intercettazioni), di fare girare fondi per 500 miliardi di euro.
Denari che potrebbero rappresentare la punta di un iceberg. Perché la domanda che sorge spontanea è semplice: quanti sono i broker a disposizione delle mafie, usati per riciclare i soldi sporchi?
Più volte sul punto ci siamo confrontati con il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, che oggi, intervistato da Lavialibera, la rivista di Libera e Gruppo Abele, ha nuovamente messo in evidenza quella che è la forza della 'Ndrangheta e delle altre mafie proprio in un'ottica finanziaria capace di sfruttare anche l'emergenza pandemica.
Secondo il magistrato, come le altre mafie, anche la 'Ndrangheta è in una fase di attesa, evitando iniziative eclatanti. Poi, "quando i numeri del contagio saranno più chiari e la fase emergenziale tenderà a scemare, allora cercherà di comprendere quali scenari economici si andranno a delineare in Italia e all’estero".
"Gli analisti mafiosi - ha spiegato ancora - su incarico delle grandi organizzazioni criminali, saranno chiamati a individuare i settori produttivi più appetibili, in cui immettere gli enormi capitali sporchi di cui il complessivo sistema mafioso dispone. I vertici programmeranno, senza ombra di dubbio, la più imponente operazione di doping finanziario generata da capitali mafiosi che la storia recente ricordi, in grado di destabilizzare ampie fasce di economia legale".
Secondo il procuratore aggiunto reggino, in questo particolare momento, le mafie opereranno al fine di rafforzare il proprio "ruolo sociale" con iniziative che andranno ben oltre all'elargizione di "prestiti usuari".
Il riferimento è all'operato dell'alta mafia che "adotterà strategie orientate a due obiettivi principali. Nel breve periodo garantirà forme di sopravvivenza alle categorie che non hanno altri paracaduti finanziari (penso alle larghe fasce di economia sommersa, irregolare o priva di garanzie), ovviamente non sprecando l’occasione di allargare la base di consenso sociale tra i beneficiari degli aiuti. Il secondo obiettivo sarà, invece, di medio-lungo periodo: le grandi mafie punteranno a consolidare, in una fase di scarsissima liquidità globale, il loro ruolo di componenti indispensabili del sistema economico e finanziario mondiale".
"Il rischio più grande - ha aggiunto lanciando un allarme - è rappresentato dal tentativo delle grandi mafie di approfittare della crisi mondiale e delle sempre striscianti condotte corruttive per realizzare il progetto mai abbandonato di creare un sistema bancario parallelo a quello legale, diretto a fornire liquidità non più all’imprenditore, ma al più ampio sistema finanziario che canalizza risorse verso la grande impresa".
Infine ha concluso: "Quando l’emergenza sarà finita, il sistema criminale mafioso cercherà di stabilizzare il suo ruolo nel mutato scenario economico mondiale. Sarà quello il momento in cui andrà rafforzata l’attività di monitoraggio di tutte le operazioni finanziarie sospette, visto che la ‘Ndrangheta non mirerà più solo ad acquisire la gestione occulta delle imprese, ma cercherà, più che in passato, di rafforzare la sua presenza nella gestione dei servizi essenziali, estendendosi dallo smaltimento dei rifiuti e dal ciclo del cemento al settore creditizio, a quello sanitario, delle forniture medicali o, più in generale, dei beni di prima necessità".
Foto originale © Emanuele Di Stefano
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