Il magistrato, con una lettera, aveva chiesto che la seduta fosse pubblica
di Giorgio Bongiovanni e Aaron Pettinari
Questo pomeriggio, alle 14, si sarebbe dovuta tenere, davanti la Prima Commissione del Csm, l'audizione del sostituto procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo, nell'ambito dell'indagine sulle eventuali responsabilità in merito al depistaggio sulle indagini della strage di via d'Amelio. Con una mossa "pilatesca", però, la Prima ha deciso di rinviare la seduta a data destinarsi.
Di Matteo, che in una lettera al Csm aveva chiesto che la seduta fosse pubblica “in funzione di un contributo di chiarezza che anche in questa sede consiliare ritengo di poter fornire a fronte di inesattezze, bugie e ingiuste generalizzazioni (certamente lesive della mia reputazione professionale) che da tempo vengono diffuse da più parti e rilanciate con grande clamore mediatico”, non ha neanche varcato le porte di Palazzo dei Marescialli. Come ha scritto "Il Fatto Quotidiano" la Prima commissione ha infatti deciso di accogliere la sua istanza ma, contestualmente, si è anche accorta di avere troppi impegni fissati nella giornata odierna, con tante audizioni compresse al mattino e al pomeriggio. Infatti l'attuale Csm è in "scadenza" di mandato ed il nuovo Plenum si insedierà soltanto dopo il 24 settembre. Possibile che la richiesta di audizione pubblica, assolutamente legittima ed anche opportuna tenuto conto del valore dell'argomento che sarà trattato, Di Matteo abbia in qualche maniera spiazzato il Csm? Le possibilità sono due. O il magistrato sarà richiamato la prossima settimana o si lascerà che sia il nuovo Plenum a valutare l'operato dei pm Di Matteo, Palma e Petralia.
Foto © ACFB
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