di Giorgio Bongiovanni
La lettera dei farisei del Vaticano contro Bergoglio
Pochi giorni fa è stata divulgata la lettera di correctio filialis inviata a Papa Francesco l’11 agosto scorso da 62 personalità cattoliche tra intellettuali e sacerdoti provenienti da venti nazioni diverse, tra cui spicca la firma di Ettore Gotti Tedeschi, ex Presidente dello Ior.
Si tratta di un documento dai risvolti gravi per il futuro della Chiesa Romana, in cui si accusa il Papa del rischio di divulgare “alcune eresie” - si legge nel documento ufficiale - “sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia e mediante altre parole, atti e omissioni di Vostra Santità”. In particolare, Papa Francesco viene accusato di sette eresie dettate, a dire dei firmatari, dalla deriva modernista che sta proponendo alla Chiesa in tema di matrimonio, divorzio ed eucarestia. Idee che risentirebbero dell’influenza della dottrina luterana e del relativismo corrente.
Il documento è stato divulgato attraverso un sito internet creato appositamente, www.correctiofilialis.org, che invita i cattolici a firmare a sostegno della Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie. Sito a cui da ieri è impossibile accedere dal territorio vaticano.
La lettera, che mette in guardia il Papa da un possibile scisma della Chiesa Cattolica e dal rischio di diffusione di posizioni eretiche, mostra apertamente le lotte intestine tra fazioni pronte a tutto per difendere reciproci interessi. Segno che sotterranei giochi di potere, lobbies e scandali accaduti durante il papato di Benedetto XVI, continuano ad esistere in modo ancora più plateale anche sotto il pontificato di Francesco. Le sue idee infatti sembrano assai sgradite a tutti quegli ipocriti uomini di chiesa che per anni hanno parlato ai fedeli di povertà e Vangelo, mentre vivevano in lussuosi super attici o occultavano i conti dello Ior.
Ma vediamo perché Sua Santità sarebbe colpevole di eresia. Al centro dell’attenzione dei fanatici oltranzisti della stessa dottrina ecclesiale che per secoli ha bruciato al rogo chi cercava di riportare la chiesa romana al messaggio di Cristo, vi è l’esortazione Amoris Laetitia di Papa Francesco, sunto dei due sinodi sulla famiglia da lui voluti nel 2014 e nel 2015. Ciò di cui Francesco è accusato dagli inquisitori contemporanei è l’aver “dato scandalo alla Chiesa e al mondo, in materia di fede e di morale, mediante la pubblicazione di Amoris laetitia e mediante altri atti” relativi soprattutto al matrimonio e alla recezione dei sacramenti. Queste idee di riforma di Francesco, si legge nel documento, porteranno i fedeli a commettere due errori: o “abbracciare le eresie che ora sono propagate o, coscienti che queste dottrine sono contrarie alla Parola di Dio, dubitare delle prerogative dei papi” financo negarle.
E’ interessante notare il magistrale lavoro di denigrazione ed accusa posto in essere dagli inquisitori contemporanei: da un lato assicurano la loro fedeltà ed obbedienza al Papa, dall’altro lo accusano di sovvertire la Legge di Dio attraverso i falsi insegnamenti del modernismo e di Martin Lutero che genererebbero eresie e scismi.
Lo screditamento totale del capo della Chiesa di Roma e delle sue idee raggiunge il culmine quando gli ipocriti firmatari, con toni medievali ed anatemi in latino, ricordano a Francesco che cos’è il crimine di eresia secondo il diritto canonico, affermando che è eretico colui che “pubblicamente dubita di una o più verità della fede cattolica o le nega, o pubblicamente rifiuta di dare l’assenso ad una o più verità della fede cattolica, ma non dubita di tutte queste verità o le nega o nega l’esistenza della rivelazione cristiana”. E se persevera nel dubbio rischia di divenire pertinace nella sua negazione. Per poi leggere subito dopo che queste parole vengono fornite al fine di escluderle dall’oggetto della correzione proposta, in virtù della preoccupazione che non fa dormire la notte i veri cattolici, sicuramente più preoccupati a difendere la Chiesa da Papa Francesco che dalla corruzione imperante che la investe e contro cui Bergoglio cerca di battersi, non con poche difficoltà, a quanto pare.
Insomma, sembrerebbe che la morale corrente, ovvero il totale sovvertimento dei valori, abbia investito completamente le menti dei sessantadue inquisitori, più impegnati ad accusare Papa Francesco che ad aiutarlo nella sua opera di rinnovamento e di denuncia dei mali del mondo e della Chiesa.
Una delle accuse mosse a Francesco è l’apertura ai luterani e l’aver avuto il coraggio dopo cinquecento anni di affermare che la Chiesa ai tempi di Lutero “non era proprio un modello da imitare: c’era corruzione nella Chiesa, c’era mondanità, c’era attaccamento ai soldi e al potere”. E’ necessario forse ricordare agli ipocriti accusatori la vera eresia chiamata vendita delle indulgenze? Non sarà che lor signori firmatari più che difendere Cristo hanno come obiettivo la difesa di uno status di privilegi acquisiti nel tempo, visto che ispiratori e sostenitori della lettera sono cardinali ed esponenti della gerarchia che, si legge nel sito dei bacchettoni correttori, “non hanno la necessaria libertà di parlare”?
Ancora più meschini, dunque! Non hanno neppure il coraggio di metterci la faccia, altrimenti agli occhi del mondo verrebbe facile il detto “da che pulpito viene la predica”.
Ci chiediamo: è più eretica l’opera di riforma della Chiesa che sta tentando di svolgere Papa Francesco oppure la vera eresia è utilizzare i soldi raccolti per i piccoli malati dalla Fondazione del Bambin Gesù per pagare parte dei lavori dell’abitazione del cardinal Bertone?
E’ più eretica l’apertura di Bergoglio ai divorziati o il fatto che il Vaticano possiede a Roma oltre cinquemila case dal valore di 4 miliardi di euro e predica la povertà alle genti?
E’ più eretico il dialogo con i luterani o una Chiesa milionaria con conti all’estero da capogiro, sfarzosi patrimoni terreni in barba ai poveri cristi del mondo, diocesi che acquistano società all’estero proprietarie di televisioni porno, preti pedofili coperti dai vescovi locali che comprano a suon di mazzette il silenzio delle famiglie dei poveri bambini stuprati?
E ancora. Viene da chiedersi perché invece di formulare correzioni teologiche i farisei di questo tempo non sostengono ed aiutano il Papa a riportare la Chiesa ai suoi valori primari di spiritualità, umiltà, servizio e povertà? Forse aiuto e collaborazione significherebbero perdita dei benefici acquisiti?
Stupisce leggere tra i firmatari il nome dell’ex Presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, anche lui preoccupatissimo per le posizioni dell’eretico Papa Francesco. Proprio Gotti Tedeschi, che dal 2009 al 2012 era a capo della Banca Vaticana e che temeva di fare la fine di Calvi per essere venuto a conoscenza di scottanti verità sulla condotta dello Ior. Perché Gotti Tedeschi invece di accusare il Papa non lo aiuta nella sua opera di riforma e trasparenza della Chiesa, rivelando a Sua Santità tutti gli scheletri nell’armadio della finanza vaticana di cui era venuto a conoscenza durante il suo mandato?
Sembrerebbe che i firmatari della correzione, che sa anche di velata minaccia - della serie o fai quello che ti diciamo o siamo pronti a sfiduciarti in pubblico, caro Papa - abbiano appreso bene la dottrina di Bellarmino e dei suoi amici inquisitori, fatti anche santi, ma abbiano dimenticato l’insegnamento di Cristo. Gli ipocriti di oggi come guide cieche preferiscono colare la zanzara e inghiottire il cammello.
Ai nuovi inquisitori di questo tempo sfugge forse l’evangelico insegnamento “chi è senza peccato scagli la prima pietra”?
Desideriamo inoltre ricordare che Papa Francesco è l’unico Papa della storia che ha scomunicato le organizzazioni criminali con ancora più forza e veemenza dello storico invito al pentimento e alla conversione fatto da Giovanni Paolo II ad Agrigento.
Grazie al lavoro magistrale e continuativo svolto in questi anni da don Luigi Ciotti, punto di riferimento di Francesco nel campo della lotta alla mafia, il Papa ha ricevuto i familiari delle vittime delle organizzazioni criminali e la Commissione Parlamentare Antimafia. Ha condannato inoltre con fermezza gli uomini e le donne di mafia e ha definito la corruzione come “un cancro da estirpare”. Ci sono voluti ben duecentosessantasei papi per porre in essere un’azione di scomunica ufficiale contro le associazioni mafiose e questo Francesco ha avuto il coraggio di farlo.
Chissà forse che questa forte denuncia del Santo Padre non sia piaciuta ai corrotti e ai tiepidi che oggi lo accusano di eresia, gli stessi che magari hanno frequentazioni poco limpide o intrattengono legami con esponenti della criminalità organizzata o che, peggio ancora, tacciono su indicibili accordi, trattative e informazioni fondamentali per estirpare la mafia e la corruzione dall’istituzione ecclesiastica?
Massimo sostegno a Papa Francesco con l'augurio che abbia la forza di riformare la Chiesa, farle abbandonare le ricchezze mondane e spazzare via gli ipocriti, i farisei e i corrotti che la infestano.