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la mafia ha vinto nvdi Giorgio Bongiovanni

Tommaso Buscetta, il primo grande pentito di mafia che ha tolto il velo a Cosa Nostra quando questa conquistava potere a suon di bombe e omicidi, torna in libreria attraverso la nuova edizione di “La mafia ha vinto” (Ed. Mondadori). E' la penna dello scrittore e giornalista Saverio Lodato che permette a Buscetta, un anno prima di morire nel 2000 a New York, di lasciare una sorta di testamento intervista in cui traccia un quadro disarmante e pessimista della lotta alla mafia in cui non risparmia la responsabilità politica.

Un libro quanto mai attuale e, senza voler essere “fanatici” ma semplicemente realisti, un libro purtroppo “profetico”.
Diciotto anni fa, mentre i maggiori boss criminali e sanguinari sono dietro le sbarre e in molti vanno dicendo che la mafia aveva perso, Buscetta, mette nero su bianco che la mafia è invece riuscita a salire al potere e fa ben intendere che quella dietro le sbarre altro non è che la parte militare.
Oggi infatti possiamo constatare come la mafia ha vinto dal punto di vista politico, economico e strategico, basti pensare che secondo le stime (per difetto) possiede un capitale economico pari a tre volte tutte le società quotate in Borsa. Da qualche anno ci sono indagini e processi a Palermo come a Reggio Calabria che cercano di togliere la maschera alla mafia degli “invisibili” che siedono in posti di potere, ma già alla fine del 1999, nell'intervista, Buscetta spiega il salto evolutivo della mafia. All'epoca il collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi aveva già fatto i nomi di Dell'Utri e Berlusconi, e Buscetta lo indica come un pentito chiave da spremere per comprendere le nuove evoluzioni.
Leggendo il testamento di Tommaso Buscetta si capisce che i nuovi mafiosi sono i successori dei grossi boss siciliani e americani: i Provenzano, i Riina, i Gambino, i Genovese, i Lucchese ecc.; divenuti avvocati, dottori, sindaci, banchieri e finanzieri che pensano e agiscono però come dei feroci e spregiudicati capimafia. Un libro che fa capire in modo chiaro ed incalzante come il sogno della mafia italoamericana di entrare nella testa di comando si è avverato in silenzio, mentre molti erano impegnati a sventolare ciecamente la bandiera della vittoria contro la mafia.  
Lo storico pentito svela i nomi di cui era venuto a conoscenza nei salotti mafiosi di Palermo e in quelli oltre oceano dove per anni aveva vissuto, smascherando un sistema di potere che va ben oltre la coppola e la lupara e che si basa nel secolare patto tra la mafia e parti dello Stato. In “La mafia ha vinto” Buscetta ci indica dove cercare i probabili mandanti esterni della strage di via Carini, dove morirono il Generale dalla Chiesa, la moglie e l'agente di scorta; delle stragi di Capaci e via d'Amelio che fecero saltare in aria il giudici Falcone e Borsellino assieme alla moglie di Falcone e ai rispettivi agenti di scorta e delle successive bombe e stragi in continente.

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