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costituzione italiana fotogramma effdi Giorgio Bongiovanni
Volevano gambizzare la Costituzione, invece la vittoria decisiva del “No” ha tratto in salvo la nostra Carta fondamentale con cifre nette e incontrovertibili. Un risultato che arriva dopo mesi in cui ANTIMAFIADuemila si è fatta portavoce e promotrice, con tutte le forze democratiche del Paese, delle ragioni del “No”.
Restano con un pugno di mosche, invece, i sostenitori del “Sì”. E con questo non ci riferiamo agli elettori che, quasi tutti in buona fede, hanno dato il loro consenso alla riforma Boschi-Verdini, ma  quelle forze politiche ed economiche che hanno appoggiato la campagna del premier Renzi ormai prossimo alle dimissioni. Nientemeno che i nomi di rappresentanti dei poteri finanziari internazionali: l’ambasciatore americano, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, Jp Morgan insieme ad altre banche mondiali  le cui basi più forti sono nei paesi offshore e rasentano la legalità, e che premevano per l'amministrazione economica degli istituti di credito e dell'Italia stessa. Nomi accompagnati dai vari Confindustria, Briatore, Marchionne, Vacchi, Confalonieri, Confindustria, Cicchitto, Alfano, Verdini, Casini, Ferrara, Feltri, Tosi, De Luca, Bondi.
Volevano la vittoria del “Sì” anche le mafie affinchè l'Italia diventasse, nelle loro previsioni, un paese in cui i grandi investitori, tra cui teste di ponte delle organizzazioni criminali, potessero operare più liberamente. Volevano il Sì coloro a cui interessava imbavagliare la magistratura e dare un grave colpo alla nostra Costituzione, mettendo in serio pericolo l'esercizio della democrazia e della sovranità che appartiene al popolo. Insomma, coloro che comunemente sono chiamati poteri forti, per i quali Renzi, a sua insaputa o meno, si era reso strumento così da mettere il Paese, ancora uno dei più ricchi al mondo, al servizio di una cordata di poteri economici. E questo in cambio di promesse assurde e surreali, dal risparmio sulla gestione politica, all'aumento della produzione e dei posti di lavoro.
Ieri però l'Italia ha dimostrato di sapersi unire non solo per andare allo stadio, ma anche per salvaguardare la Carta fondamentale da chi la vuole stravolgere. Una Carta sacra per la quale sono morti in sua difesa non solo i partigiani, ma anche i nostri Padri della Patria più recenti. Ne citiamo solo alcuni, ma questi tre nomi rappresentano simbolicamente tutte le vittime innocenti di mafia, uccise perchè credevano in un Paese libero come quello che ieri alle urne abbiamo mostrato di volere: Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Foto originale © Fotogramma

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