di Giorgio Bongiovanni
Papa Francesco riceve il boss mafioso Hashim Thaçi, presidente dell’autoproclamata Repubblica del Kosovo
Giovedì 16 giugno il Papa ha concesso un’udienza privata di mezz’ora al discusso presidente kosovaro Thaçi presso il palazzo apostolico vaticano. I temi trattati durante l’incontro, come riferito dallo stesso Thaçi, riguardano il riconoscimento da parte della Santa Sede dello Stato del Kosovo, autoproclamatosi indipendente dalla Serbia nel 2008. A dare notizia dell’udienza è stato il portavoce vaticano, padre Lombardi, interpellato da alcuni giornalisti. Al termine dell’udienza ufficiale, Thaçi è stato ricevuto da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per le relazioni esterne della Santa Sede. "Il Vaticano mi ha accolto oggi come presidente della Repubblica del Kosovo e ciò accade solo a livello bilaterale, il livello più alto. Non è il primo incontro a questo livello. Credo che il Vaticano prenderà ufficialmente la decisione di riconoscere il Kosovo nel prossimo futuro”, ha riferito Thaçi alla stampa, ringraziando il Papa per il costante appoggio offerto al popolo kosovaro. Thaçi, conosciuto a livello internazionale per la sua contestatissima vittoria elettorale che lo ha riconfermato come premier nel 2010, è stato leader dell’Uck, organizzazione terroristica separatista kosovaro-albanese, che si è macchiata di numerosi crimini riconosciuti dai tribunali internazionali. Tra questi l’Uck è stato accusato di traffico d’organi umani prelevati a civili serbi, inclusi donne e bambini, che sono stati rapiti e trasferiti in Albania dove venivano espiantati gli organi in cliniche turche specializzate. Nonostante le numerose richieste delle agenzie internazionali per i diritti umani e le inchieste aperte dal consiglio d’Europa che coinvolgono direttamente Thaçi, ancora oggi lui e il suo governo non hanno fatto luce sui crimini di guerra compiuti dal gruppo Uck di cui il presidente del Kosovo è responsabile. Si tratta di fosse comuni e gravi crimini contro l’umanità perseguiti duramente dagli Stati e dal diritto penale internazionale. Ma non solo. Il gruppo terroristico Uck, riabilitato a partner degli Stati Uniti d’America durante la guerra del Kosovo, era implicato in traffico di droga, soprattutto eroina, armi, prostituzione e riduzione in schiavitù. I legami con la mafia albanese e italiana dell’Uck, di cui il primo ministro Thaçi era leader, sono noti alla magistratura internazionale. Un’inchiesta del consiglio d’Europa ha identificato nel presidente Thaçi la testa pensante di una fitta rete di traffico internazionale di droga, armi e organi umani. Questo e molto altro saranno argomento di approfondimento in un dossier della redazione di ANTIMAFIADuemila.
Durante il colloquio con il Papa, Thaçi ha espresso la sua soddisfazione per la canonizzazione di madre Teresa, nata in territorio kosovaro, sottolineando l’importanza dei valori di amore universale incarnati dalla santa. Ci chiediamo quale sia stata la risposta di Papa Francesco ad una simile provocazione, date le azioni criminali di cui Thaçi è responsabile.
Abbiamo sempre apprezzato e valorizzato l'opera e le azioni evangeliche poste in essere da Papa Francesco. Questa volta no.
Ricevere dittatori e boss mafiosi è una mossa pericolosa ed ambigua. La speranza è che durante il colloquio privato con il presidente-boss del Kosovo, Papa Francesco con forza abbia chiesto il pentimento e la collaborazione con la giustizia. Anche se resta l'amarezza dinnanzi a queste scelte da parte del Vaticano. La prossima udienza privata toccherà a Totò Riina e Bernardo Provenzano?