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di Giorgio Bongiovanni 

La maggioranza fascista al governo ha accusato l'ex magistrato di conflitto di interessi

È previsto per oggi al Senato il dibattito, o per meglio dire la farsa, sul disegno di legge per estromettere dalla commissione antimafia l'ex procuratore generale di Palermo, oggi senatore, Roberto Scarpinato e l'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho.
L'accusa? Essere in 'conflitto di interessi' con il lavoro della commissione stessa che, ricordiamo, è guidata da una fedelissima di Giorgia Meloni, Chiara Colosimo, la quale ha postato su Facebook una foto 'mano nella mano' con il terrorista di destra Luigi Ciavardini.
Scarpinato e de Raho danno fastidio, è un dato di fatto, perché da quando sono iniziati i lavori della commissione hanno insistentemente chiesto approfondimenti mirati sui tanti misteri che ancora oggi avvolgono il periodo stragista del 1992-1994: approfondimenti sui pezzi deviati dello Stato, sul coinvolgimento dei servizi segreti, sulle connivenze tra mafia e la politica.
L'ex procuratore generale di Palermo aveva presentato una relazione di cinquantasette pagine in cui si elencavano tali punti. Risultato? La relazione è rimasta lettera morta mentre la commissione si sta concentrando su un'unica strage (quella di via d'Amelio) seguendo una sola pista, quella di 'mafia-appalti' (non stiamo qui a ripetere perché a nostro avviso c'entra poco o nulla con la morte di Paolo Borsellino). 


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Roberto Scarpinato 


Non è la prima volta che in Parlamento sono accaduti scempi simili, in cui la politica ha fatto leva con logiche perverse per allontanare la verità. 
Un caso su tutti è stato il voto del 14 settembre 2011 (sempre al Senato) con il quale la maggioranza dell'allora governo Berlusconi difese l'operato del premier sollevando un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, in questo caso la procura di Milano e il tribunale dei ministri, per il processo che vedeva coinvolto l’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel famoso 'caso Ruby'. 
Fu in quel contesto che venne accettata l'assurda giustificazione (non vera) che Karima El Mahroug detta Ruby Rubacuori era la nipote di Hosni Mubarak, il presidente egiziano.
La seduta del Senato riprenderà alle sedici. 
Cosa diranno i membri di questa maggioranza fascista che si regge anche su Forza Italia, un partito fondato da un piduista, pregiudicato e pagatore della mafia come Berlusconi e Marcello Dell'Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa? 
Come si esprimeranno i professionisti del garantismo estremo che lasciano i mafiosi uscire dal carcere e poi commemorano Falcone e Borsellino? 
Staremo a vedere.

Foto © Imagoeconomica 

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